L'autonomia critica contro l'omologazione

Gli Ateniesi formavano l’uomo. Gli Spartani preparavano il cittadino. Gli Spartani vinsero, ma gli Ateniesi vennero ricordati.

Bertrand Russel (nella foto) ricorda questi due modelli educativi prima di delineare il profilo del peggiore dei mondi possibili.

Corre l’anno 1931, alba dei totalitarismi che insanguineranno l’Europa, e Russel ipotizza non un’utopia, ossia un mondo perfetto che non c’è e non può realizzarsi, ma una distopia, un mondo al negativo. Che – come tutti i peggiori incubi - potrebbe realizzarsi. E, per certi versi, si sta realizzando. Gli ingredienti per questa ricetta letale? Educazione e scienza: da sempre le chiavi per ogni cambiamento reale nella (e della) società.

Nella società peggiore possibile, secondo “La visione scientifica del mondo” di Russel, la scuola non educa a pensare in modo critico. La scienza si fa dogma. I ricercatori sono sacerdoti che obbediscono a una casta di anziani, interessati a perpetuare acriticamente la situazione. La specializzazione deve essere precoce, perché nessuno può pensare al di fuori del suo ambito di competenza. La classe dirigente, depositaria di un modello non discutibile, si fonda su un principio di fedeltà e divide, fin dalla scuola, i suoi membri da quelli della classe dei lavoratori, occupati in mansioni pratiche. I lavoratori devono divertirsi – dice Russel – e non avere pensieri, né per sé né per i loro figli. Saranno così più controllabili.

La vera ricerca è limitata dall’idolo della tecnica e uccisa dal rispetto per l’autorità. L’uomo vede solo questo come mondo possibile. In questo totalitarismo la parola “libertà” perde significato, innanzitutto perché i cittadini sono (implicitamente, subliminalmente verrebbe da dire) educati alla docilità e all’obbedienza, fin dalla scuola.

Se la “profezia” di Russel si delinea nel Novecento, oggi il rischio è ancora più sottile. Al tempo dei Grandi Fratelli, più o meno visibili, che ci spiano e ci suggeriscono come comportarci, corriamo un pericolo: aderire passivamente a modelli precostituiti: pericolosissimi. Come? Per diverse vie: banalizzazione dei saperi (da quiz), asservimento della cultura alla tecnologia (c’è chi ritiene la geografia inutile se si possiede Google Earth), omologazione dei giovani, ricerca subordinata alle oligarchie economico-finanziarie. Ma un altro mondo è possibile. Non basta tuttavia rivendicare la necessità di più sapere, il diritto di ogni ragazzo a essere educato come uomo. E non solo come cittadino e futuro lavoratore. Ma più sapere deve coniugarsi con più saggezza. Occorre sollevare lo sguardo dell’ uomo sulla realtà, perché veda quello che i più non vedono e possa così cambiare il mondo. Ma nella direzione giusta.

Per non fare la fine della scimmia di <2001. Odissea nello spazio>, che vede nella realtà qualcosa che nella realtà non esiste. Un osso che potrebbe diventare un’arma. E diventa davvero un’arma. E così la scimmia si trasforma in un'assassina.

 

 

09-06-2014 | 02:38