Le ultime ore di Jayne Mansfield

È il 28 giugno del 1967, sono le 2.25 del mattino, siamo in Louisiana.

Sulla statale 90 c’è una curva, la chiamano “dead man car”, la curva dell’uomo morto. Al volante di una Buick Electra del 1966 c’è Ronnie, un ragazzo di vent’anni: è stanco, ma fresco di patente. Ed è confuso, forse perché accanto a lui c’è Vera Jayne Palmer, in arte Jayne Mansfield, colei che insieme alla Monroe ha turbato i sogni degli americani e del mondo intero.

Improvvisamente uno schianto: Ronnie non vede quell’enorme camion, la  Buick si incastra sotto la cisterna del mezzo a settanta miglia allora e boom, un colpo secco. Un impatto violentissimo.

Ronnie era stato raccolto per caso dalla Mansfield, una bizza di diva in un dinner lungo la strada: “Baby you can drive my car - Yes I'm gonna be a star - Baby you can drive my car - And maybe I love you”. (Baby puoi guidare la mia macchina, si sarò una stella, baby puoi guidare la mia macchina, e forse ti amerò).

Alla giuda del camion, un irroratore di pesticidi per insetti, c’è un uomo: Richard Rambo. In seguito riferirà alla polizia d’aver sentito un rumore simile a un’esplosione, ma nella cabina non c’è stata alcuna onda d’urto, sembrava che lo schianto non riguardasse il camion, che continuava a spruzzare gas. Qualcosa però intralciava le ruote posteriori. L’autocarro si ferma nella notte, gli insetti rumoreggiano impazziti, si soffoca: l’aria è amara densa  di insetticida e umida, nella canicola  del profondo sud.

Il camionista avanza alla ricerca dell’oggetto che ostacola il treno a ruote di cinquanta tonnellate:  è una Buick del ‘66 che si è incagliata sotto la cisterna come un meteorite che ha toccato terra. 

Rambo soffre di una forma acuta di asma, comincia a respirare a fatica. Bisogna chiamare la polizia presto!

“Venite, venite c’è stato un incidente, io non capisco, davvero non capisco”.

“Si va bene, stia calmo, dove si trova?”

“Sulla statale 90, sulla Old spanish trail. Fate presto!”

La polizia arriva a sirene spiegate, si sentono delle grida provenire dall’abitacolo, come se bambini e cani vi fossero rimasti intrappolati. Non appena la portiera viene forzata la polizia scopre sia bambini sia cani. Uno dei cani schizza via subito, si tratta del  chihuahua Popsicle - nome di un ghiacciolo messo in commercio in America dal 1925.  Un altro cane Momsicle era già morto, tra le braccia della padrona. Quei cani la riscaldavano più dei superalcolici, più delle pillole bianche e azzurre di tranquillante.

È il ritratto di una donna al tramonto che dopo i concorsi di bellezza provinciali, miss “Zuppa di pomodoro”, aveva ottenuto la fama diventando alfiere della Fox per contrastare lo strapotere della Monroe. Ma la fortuna non era stata benigna con questa stella e nel 1967, all’epoca del fatto, era già passata dai fasti di Hollywood a dozzinali Nightclub.

Anche quella sera la Mansfield aveva dato spettacolo in uno strip club.

Oltre ai cani nell’abitacolo erano presenti tre dei cinque figli dell’attrice. Tra questi Miklos, soprannominato Mickey, di dieci anni: “Ho visto mia madre stesa per terra, un lenzuolo le copriva la testa, ho chiesto all’infermiera se mamma fosse gravemente ferita, l’infermiera mi ha risposto che l’avevano portata in ospedale, sapevo che era una bugia perche avevo riconosciuto gli stivali di mamma sotto il lenzuolo”.

I figli la descrissero sempre come una madre amorevole, l’unica star di Hollywood che accettasse qualunque cosa le venisse proposto. Un esempio? Dall’inaugurazione di un impianto di macellazione, oltre al suo cachet, chiedeva e riusciva ad ottenere 500 dollari di carne per i figli. Anche questa era Jayne. Un mito finito in una fresca notte d'estate.

 

 

12-08-2015 | 00:57