Se il progresso porta degrado

Intanto il paesaggio italiano, quello dipinto da Leonardo,da Raffaello,da Giorgione, viene ogni giorno violentato: chiese in vetro-cemento con campanili che sembrano rampe di lancio di missili, tetti spioventi stile pagoda cambogiana, disegnate da geometri con tessera di partito, campane computerizzate, centri commerciali che spazzano via le antiche botteghe di generi alimentari e di artigiani, “spaghetterie” che rimpiazzano le civili trattorie e i ristoranti con giardino. E poi autogrill, autostrade, tangenziali, sopraelevate al posto delle strade normali, case a schiera e condomini osceni invece delle case a misura d’uomo. Con questo non voglio essere né nostalgico né conservatore. Però, come in ogni altra parte del mondo, il così detto “progresso” ha portato il degrado. 
La creatività è rimasta dominio della moda e infatti l’Italia produce una grande quantità di abiti, di borse e scarpe, che gli altri Paesi ci invidiano come una volta ci invidiavano gli affreschi di Masaccio, Michelangelo o piazza dei Miracoli (nella foto, Oliviero Toscani Studio) o il Palladio, Bernini e Borromini. Oggi si viene in Italia per fare shopping. Il vero genio di tanti italiani si esprime oggi nel cattivo gusto del quale amiamo circondarci. Ogni casa ha il suo cancelletto in ferro battuto, ogni tinello il suocaminetto inmarmo, ogni camera il suo televisore.La bellezza è relegata nei ghetti dei musei e delle chiese, perché all’aperto il paesaggio italiano è ormai irrimediabilmente compromesso. Se si ha la fortuna di avere un giardino davanti a casa lo si riempie di bonsai giapponesi, al sud vanno forte le conifere, al nord fioriscono i cactus; l’ultima moda è trapiantare gli ulivi toscani nei giardini del nordest, perché in Toscana vengono eliminati per far posto alle vigne, molto più redditizie. L’estetica del brutto avanza: nello stesso modo in cui si assiste passivi agli orrendi spettacoli della dittatura televisiva, ci si ferma nei parcheggi delle autostrade, e si apparecchia il tavolo portatile per un picnic a dieci metri dai Tir e dalle auto che sfrecciano. Anni di corruzione politica hanno cambiato il volto dell’Italia che oggi rigurgita di cemento e soffoca sotto i gas di scarico.  
Se qualcuno, oggi, presentasse un progetto per costruire Venezia questo progetto sarebbe immediatamente bocciato. Ve lo immaginate un ingenuo che cerca di farsi approvare dagli “uffici competenti” un piano per costruire una città sull’acqua di una laguna? Lo rinchiuderebbero in manicomio. Il fatto è che la battaglia, sempre in corso, tra creatività ed economia è stata persa dalla creatività. I detentori del potere sono anche i detentori della ricchezza e, purtroppo, non si vede oggi nessun Lorenzo il Magnifico all’orizzonte. Chi ha soldi e potere vuole fondamentalmente risparmiare: la gestione della creatività è delegata ad amministratori e politici, tra le cui fila l’illuminazione è purtroppo molto rara.

 

15-12-2013 | 01:31