Letteratura

Il coraggio del poeta

Gregorio Samsa

C’è un peccato capitale che abita la poesia contemporanea: quello di ritirarsi in quella turris eburnea che è il circolo dei pochi, degli “eletti”. Invece sarebbe il tempo di – questione sintattica oltre che metrica (oltre che etica) – spingerla con forza nello spettacolo turpe dell’analfabetismo semantico contemporaneo. Emilio Zucchi lo ha fatto. Molto bene.

20-02-2020 | 11:55

L'amore disperato di Cioran

Pietro Iannibelli

Cioran, lo spirito più acre e disingannato dei tempi moderni, una sorta di esiliato sulla terra, nei primi mesi del 1981, già settantenne, ricevette una lettera da un’insegnante di Colonia, Friedgard Thoma, la quale, oltre a essere bella e colta, aveva la metà dei suoi anni. Commise l’imprudenza di risponderle.

27-01-2020 | 00:07

L'inafferrabile felicità

Pietro Iannibelli

Peter Handke ha scritto un’opera intitolata "Infelicità senza desideri", del 1972. Non è un romanzo, ma una sorta di breve biografia della madre dello scrittore e, insieme, un singhiozzo discorsivo. La donna si suicidò quando il figlio aveva poco meno di trent’anni, lui lo apprese dai giornali.

02-01-2020 | 16:53

Primo Levi nel sistema periodico

Primo Levi ne Il Sistema Periodico prende come pretesto e come base gli elementi chimici per costruire un’autobiografia che è anche una vivida e originale storia del Novecento, oltre ad avere un suo valore letterario particolare, grazie a un uso non banale della lingua e al riavvicinamento della scienza alla letteratura, cosa ormai troppo rara.

02-01-2020 | 16:30

Sulla fragilità di Franz Kafka

Pietro Iannibelli

Negli appunti di Kafka, si trova un piccolo gioiello narrativo di innegabile ed esemplare bellezza. Tale frammento, nonostante la sua brevità, ha il pregio di esibire in nuce i temi essenziali della sua poetica e di fare luce su uno degli aspetti più problematici della sua vita interiore, ovvero sul suo rapporto con l’eterno femminino.

06-10-2019 | 18:42

Quel misantropo di Schopenhauer

Pietro Iannibelli

La misantropia di Schopenhauer è leggendaria, e forse, quanto a radicalità e sistematicità, non ha paragoni nella storia dell’uomo, sebbene tutte le epoche abbiano avuto cantori delle tare del genere umano. Dall’alto di una intelligenza straordinaria, che si univa in lui a un’indole bisbetica, riteneva che la moltitudine fosse irrimediabilmente meschina.

21-09-2019 | 11:02

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