A Reggio Emilia non c’è il mare, danziamo con Marco Emilio e altre legioni romane. A Reggio non c’è il mare, nemmeno quello di Ostia lido delle disperazioni di Pasolini. A Reggio non c’è il mare sì, ce lo dobbiamo inventare. Il nuovo racconto surreale di Michele Medici.

"Mare... mare... mare" è l'incredibile piatto di chef Matteo Metullio. Lungo il percorso i gusti si frantumano e si ricompongono, riecheggiando in bocca come eco, costruendo, decostruendo e incrociando personali ricordi di spiagge, di onde, di scogli.

C’è una solitudine dello spazio, una solitudine del mare, una solitudine della morte, scriveva Emily Dickinson. Furore Fiord’uva Bianco, un nome, un profumo, un ricordo. Tre uve insieme, Fenile, Ginestra, Ripoli. E un vino.

Nicolò e Antonio Zen erano due navigatori veneziani. Partirono per il mare aperto alla ricerca di nuove terre. Una tempesta li portò fuori rotta. E arrivarono in Canada un secolo prima di Cristoforo Colombo. Leggenda permettendo.

L'anemone di mare, nel suo essere strasgressiva, porta con sè un pout-pourri di sapori. Che chef Davide Lacerenza rispetta ed esalta con un piatto di spaghetti strepitosi. E un po' di semplice genialità.

Le sirene, le mitiche donne-pesce, esprimono da secoli ambiguo e irresistibile fascino. Da Ulisse che deve resistere al loro canto, senza che Omero le descriva, fino a Cristoforo Colombo che scrive nei suoi diari di averle viste. Per giungere ai giorni nostri, immutabili ed eterne.

Il Portogallo non è un paese è una serie di cose diverse; c’è una striscia continentale bagnata dal mare, con due grandi città e molta terra dalle molte tinte, ci sono le isole, le Azzorre, Madeira e Porto Santo e poi ci sono le colonie, che sono memoria collettiva, ricordo dell’Impero: il Brasile, Capo Verde, l’Angola e il Mozambico. E poi c'è il suo meraviglioso vino.

Un piatto in cui l'integrità è tutto. Nonostante il principio concettuale sia l'astrazione. Un "paesaggio" che non è paesaggio. Come un dipinto di Francis Bacon.