Cappuccetto Rosso deve morire /16
Fece due passi. Si sentiva in colpa, perché il mare gli aveva portato via più di mezz’ora. Le ville e gli appartamenti sembravano tranquilli, eppure, rispetto al giorno prima, qualcosa gli sembrava diverso. Come se un nervosismo silenzioso si fosse insufflato in tutti. Ormai il Commissario ne era certo: tutti avevano saputo della morte di Lagri e sempre meno credevano al suicidio o all’incidente. Provò a distaccarsi dall’atmosfera generale, a fare quello che avrebbe fatto un sociologo, “sindrome dello straniero” l’aveva chiamata George Simmel, perché bisogna rimanere lucidi e distaccati quanto bastava per non perdere il controllo e l’oleatura del ragionamento, ma non riusciva proprio a dire se era davvero quella l’aria che si respirava nel Villaggio o se invece era la sua fantasia.
Avvertiva a pelle l’inquietudine, come se tutte le minime azioni e le piccole discussioni e i toni di voce momentanei e le sopracciglia alzate per un istante si combinassero in un mosaico inquietante che, però, manteneva una superficie di leggerezza e gaiezza.
Quel branco di consumati ipocriti era capace di frivolezze anche se niente lo turbava di più della sua presenza di poliziotto.
“Devo parlare con Mario Antico” pensò il Commissario. Se era vero quel che aveva detto Labile, e cioè che Lagri e Antico dovevano essersi incontrati, probabilmente sarebbe stato più interessante parlare con lui.
In quel momento incrociò l’Ispettore appena arrivato. Dopo essersi salutati, gli chiese di trovare qualche informazione su Mario Antico.
«Non c’è bisogno. L’ho già fatto».
«Questa è la prova: stiamo insieme da troppo tempo. Ormai mi leggi nella testa. E cosa hai trovato?».
«È uno grosso. Lavora in Texas sui cavalli. Gli allevatori lo pagano benissimo per studiare e prevenire le malformazioni».
«Ma lui non è un veterinario».
«Già, ma è uno dei migliori ecografisti del mondo. Qualche anno fa ha inventato un software che si avvale di un database che ha compilato lui con la sua equipe. Ha un margine d’errore fra il nove e il sette per cento. Lo pagano tanto quanto pesa, lui con tutto l’ecografo».
«Devo vederlo. Sai dov’è?».
«Sì. Sta nel gruppo delle ville centrali, quelle lì».
L’Ispettore additò un gruppetto di costruzioni di extra lusso proprio vicine al mare. “Ecco il cuore” pensò il Commissario, sempre più convinto che il rapporto fra importanza del proprietario e vicinanza della proprietà al mare fossero direttamente proporzionali.
Mario Antico doveva essere ricco, potente e – probabilmente – più spietato degli altri.
«Comunque dottore, Mario Antico ora è in gita. Ho chiesto al direttore quando sono arrivato, perché sapevo che lei voleva interrogarlo, e lui mi ha detto che aveva prenotato una jeep perché voleva andare a fare un giro nella campagna».
Naturalmente, siccome la morte di Lagri non era ancora un omicidio, ognuno faceva quello che voleva senza limitazioni. E lui, sicuramente, anche se Antico fosse stato nella sua villa, non avrebbe potuto precipitarsi a interrogarlo come avrebbe voluto.
«Piuttosto che ne direbbe di pranzare, così evitiamo la calca di quelli che tornano dal mare?».
Il Commissario si guardò intorno, come se cercasse qualcos’altro da fare, un’ultima cosa per non perdere la speranza, ma non la trovò.
«Va bene, andiamo».