Cappuccetto Rosso deve morire /17
12.00
Mangiarono scambiandosi opinioni sulla morte di Lagri e sui sospettati. Sembrava che a nessuno importasse nulla, che nessuno percepisse un pericolo, perfino che nessuno percepisse un cambiamento. Il loro collega era morto, molti di quelli nel Villaggio ci aveva avuto a che fare, e a nessuno importava.
Il televisore acceso, dal braccio di metallo che lo teneva su in un punto alto della colonna centrale della sala da pranzo, raccontava di un incidente automobilistico successo in zona. Erano morti cinque ragazzi di vent’anni.
«Probabilmente la società starebbe meglio e sarebbe più consapevole se, invece che dannarsi per scacciare certi comportamenti, li rendesse materia di divulgazione» sbottò il Commissario.
«Non ho capito».
«Invece di discutere di chi ruba, perché non giudicare il modo in cui l’ha fatto? Professionale o amatoriale, buono o insipiente, efficiente o scioccamente inefficiente?».
«In che senso?» chiese l’Ispettore, assuefatto a quei discorsi che ogni tanto al Commissario, per altro bravissima persona, gli venivano in testa e doveva esternare.
«Perché non fare corsi di guida da ubriachi, e insegnare alla gente a guidare ubriaca? Forse così non si metterebbe a correre a duecento al centro strada».
Prima che si proseguisse, furono interrotti dall’arrivo del cameriere, che portò loro i secondi.
Bevvero l’ultimo limoncello alle 15.00 e poi andarono al bar a prendere il caffè.
«A che ora dovrebbe tornare Mario Antico?».
«Mi hanno confermato che avrebbe riportato la jeep per fra le cinque e le sei».
«Va bene, allora diciamo che siamo liberi fino a quell’ora. Ricordati solo di andare a controllare la stanza di Lagri ogni tanto».
«Certo, non si preoccupi».
Il Commissario si calò il similpanama sulla testa, serrò il mezzo toscano fra le labbra e sbuffando fumo come un placido ciuf-ciuf, simulò una pennichella.
In realtà stava pensando. Marco Lagri poteva essere stato ucciso da qualcuno che lo vedeva come un ostacolo o che lo percepiva come un elemento ignobile in un contesto adatto solo a certe persone. Il modo in cui era stato ucciso, però, tutta quella messinscena così ben costruita da apparire casuale e vera (e se lo fosse stata?), stava a significare che qualcuno si era preso la briga di architettarla prima di apparecchiarla: premeditazione, un assassinio d’interesse, un concreto interesse. Quindi non solo ambizione o snobismo, ma esplicito interesse. E chi potrebbe aver mirato all’interesse se non qualcuno che doveva consolidare la sua posizione?