Quando inizia la tragedia

Se i professori che nel 1908 negarono all’Imbianchino l’ammissione all’Accademia di Vienna avessero immaginato anche la minima parte delle conseguenze di quella decisione. Se Henry Tandey avesse sospettato quanto male era racchiuso nel corpo macilento e nella mente di quel caporale tedesco al quale fece grazia della vita in un giorno di settembre del 1918. Se i giudici che lo condannarono a non più di cinque anni di prigione nel 1924 avessero avuto anche un vago sentore della catastrofe incombente su di loro, sul loro povero paese e sul mondo tutt’intero. Ma, la Storia non è il tempo né il luogo dei “se”, prima la si fa e solo in seguito, forse, si tenta di capirla.

Sul finire degli anni ’20, l’ascesa di Adolf  Hitler ed il consenso popolare del quale comincia a godere sono fatti ormai irreversibili. Mein Kampf  contiene alcune tesi che egli ripete come una litania incantatoria nel corso di comizi sempre più frequenti ed affollati, suscitando una vivissima adesione da parte di coloro che si possono definire dei veri e propri fedeli.

“Il pericolo ebraico”, cioè l’idea secondo la quale i mali del pianeta sono la conseguenza di una cospirazione ordita dalla “lobby degli ebrei” per garantirsi la sovranità economica, politica e culturale.

“La supremazia ariana”, vale a dire la teoria per cui l’Umanità, divisa in “razze antagoniste”, è destinata al conflitto fino al necessario trionfo degli ariani, ai quali spetterebbe da sempre il diritto di dominare il mondo.

“La pestilenza marxista” che è il “putrido virus” diffuso dalle democrazie parlamentari di stampo borghese, da combattersi con il fuoco purificatore.

“Lo spazio vitale”, cioè la necessità di estendere con la forza i confini della Germania ben oltre i territori abitati dai popoli di lingua tedesca.

“L’eccesso di libertà e l’efficacia della propaganda”, ossia la convinzione che “le masse siano disorientate” dalla possibilità di agire in piena autonomia e abbiano bisogno di poche parole d’ordine, incessantemente ripetute, cui riferirsi con certezza. 

Come sia stato possibile che nell’arco dei pochi anni seguenti decine di milioni di persone abbiano fatto proprio con entusiasmo un tal miscuglio di falsità, astio e ignoranza, resta uno dei grandi enigmi della Storia. Persone “per bene” con una “vita normale”, un lavoro, una famiglia, una casa, degli affetti e, spesso, anche una fede religiosa. Tutte simultaneamente concordi nell’odio verso nemici immaginari e nella decisione di rinunciare alla libertà individuale in favore di un vasto progetto omicida. Quale dio avrebbe mai lasciato che il demone di una tale, dissennata furia distruttiva si impadronisse di loro?

Fatto sta che la foga sciamanica dell’Imbianchino infiamma le folle e la sua estetica comincia a lusingarne l’immaginazione. Il futuro Führer elabora meticolosamente una complessa architettura di icone ed immagini dal sapore messianico. In primis, la croce uncinata nel tondo bianco su fondo rosso, destinata a significare con la massima incisività grafica l’origine pagana e l’identità ariana del nazismo. “Dopo innumerevoli esperimenti, ho trovato la forma finale: una bandiera a sfondo rosso, un disco bianco e una svastica nera al centro. Dopo molte ricerche, ho deciso le corrette proporzioni tra la grandezza della bandiera e quella del disco bianco e la forma e lo spessore della svastica.” Così scrive Hitler in Mein Kampf a proposito di quello che può considerarsi il suo quadro più riuscito. Tanto riuscito da trasformare per sempre un simbolo, che nell’antichità era di buon auspicio, nel marchio indelebile della sciagura.

20 maggio 1928

Le quinte consultazioni politiche nazionali della Repubblica di Weimar si concludono con la vittoria del partito socialdemocratico al quale va il 30% dei voti. Anche il partito comunista conosce un risultato positivo con il 10%. Ma, il governo non potrà essere formato se non in virtù di una fragile alleanza tra socialdemocratici, cattolici e liberali. I nazionalsocialisti non vanno oltre il 3% a causa del netto insuccesso nei grandi centri urbani. Solamente nelle campagne ottengono numerosi consensi, raggiungendo in certe zone più di un elettore su dieci.

13 giugno 1928

Felix Nussbaum e Felka Platek si trasferiscono nella nuova abitazione, che funge anche da studio, al numero 23 di Xantener Strasse, nel quartiere di Wilmersdorf. Sono giorni felici. Felix dipinge l’Autoritratto con la maschera nel quale nasconde la parte inferiore del proprio volto dietro una maschera di carnevale. Sul capo un berretto da marinaio, in mano la tavolozza ed i pennelli. Solo gli occhi sono rimasti scoperti ed il loro sguardo pungente fissa qualcosa che lo spettatore non può vedere.

Negli stessi giorni porta a termine anche Gli amanti, una tavola di piccole dimensioni, in cui una coppia, di spalle, passeggia lungo un muro di cinta. L’uomo protegge la compagna avvolgendola affettuosamente con un braccio. Sopra di loro un cielo stellato dai tratti infantili e davanti a loro una torre di guardia. Un quadro silenzioso e bellissimo. 

15 ottobre 1928

Il Graf Zeppelin LZ127 completa in quattro giorni il suo primo volo transatlantico.  L’indomani, New York tributa una ticker-tape parade a Hugo Eckener, comandante del dirigibile e presidente dell’azienda aeronautica. Sul Canyon degli Eroi di Broadway si scatena una tempesta di coriandoli in onore di colui che l’anno successivo sarà protagonista del primo giro del mondo in un’aeronave rigida, diventando un eroe nazionale in patria.

La sua simpatia per il partito  socialdemocratico e la conclamata avversione a Hitler gli costeranno in seguito l’allontanamento da ogni incarico, anche nella sua propria azienda.

3 novembre 1928  

Philipp Nussbaum scrive al figlio Felix una lettera nella quale esprime tutta la sua fierezza per l’impresa di Eckener e lo cita come modello di riferimento di quella borghesia operosa che dovrebbe coniugare i valori della tradizione patriottica con l’ aspirazione al progresso e alla giustizia.

Felix, ora allievo dell’Accademia di Belle Arti diretta da Max Liebermann, risponde parlando dell’entusiasmo con il quale lavora ad alcuni nuovi dipinti.

Poi chiede notizie di Justus e della madre.

Ultimi giorni di dicembre 1928

Nel corso di una serata a casa di Siegfried Ochs, direttore del Coro Filarmonico di Berlino, Albert Salomon incontra la famosa cantante lirica Paula Lindberg. Tra di loro sboccia una simpatia che di lì a poco si trasformerà in amore. Paula, il cui vero cognome è Levi, è figlia del rabbino di Mannheim. Il padre avrebbe voluto farne un’ insegnante di matematica ma, dopo la morte di lui, la giovane donna ha intrapreso la carriera musicale e, grazie all’appoggio di Wilhelm Furtwӓngler che ne sostiene il limpidissimo talento di contralto, è giunta fino alla ribalta delle scene berlinesi. 

30 marzo 1929

Al Theater am Schiffbauerdamm va in scena Pionieri a Ingolstadt, scritto da Marieluise Fleisser e diretto da Bertolt Brecht. Produttore dello spettacolo è Ernst Josef Aufricht, impresario ebreo che l’anno precedente ha portato il regista al grande successo con L’opera da tre soldi. La pièce, risolutamente anti-militarista, suscita scandalo e la critica si scatena con una serie di articoli dai titoli ispirati alla propaganda nazista come, ad esempio, quello della Deutsche Zeitung del 2 aprile :

"Un caso di corruzione morale: un caso giudaico-marxista”. La censura, per voce del vice capo della polizia Weiss, minaccia di vietare le rappresentazioni e obbliga Brecht a tagliare numerose scene.

Hitler sta conquistando l’opinione pubblica prima ancora di prendere il Reichstag. 

24 luglio 1929

Entra in vigore il patto Briand-Kellog. Il trattato, firmato da Stati Uniti, Francia, Germania, Italia, Regno Unito, Canada, Sudafrica, Australia, Nuova Zelanda, India, Belgio, Irlanda, Polonia, Cecoslovacchia e Giappone, sancisce la rinuncia alla guerra come strumento di risoluzione delle divergenze internazionali tra i firmatari.

Alla fine della Seconda Guerra Mondiale, sarà il fondamento legislativo sul quale radicare la giurisdizione del Tribunale di Norimberga.

Ultimi giorni di agosto 1929  

Paula Lindberg, che alcuni mesi pi tardi diventerà la sua matrigna, si presenta a Charlotte Salomon. La prima reazione della piccola è un misto di gelosia ed ammirazione verso quella bella signora, famosa musicista. Ma, nonostante abbia solo dodici anni, Charlotte è una bambina di grande maturità ed ama teneramente il padre Albert. Il fatto di vederlo tornare al sorriso, dopo gli anni bui del lutto, la spinge ad accogliere la sua nuova compagna con benevolenza.

29 ottobre 1929

È il martedì nero. Dopo avere perso il 13% del suo valore nella giornata di lunedì, l’indice Dow Jones dei principali titoli quotati a Wall Street crolla di un ulteriore 12%. Inizia la grande depressione. La crisi finanziaria si traduce in una drastica riduzione degli investimenti e, quindi, della produzione industriale. Gli Stati Uniti tagliano i finanziamenti all’industria tedesca. Di conseguenza, la Germania si ritrova nell’impossibilità di rimborsare il debito di guerra a Italia, Francia e Regno Unito, se non a condizione di destinare a questo scopo la quasi totalità del prodotto interno. La spesa pubblica viene ridotta ai minimi termini, crollano i consumi e, in una spirale viziosa, il numero degli occupati scende vertiginosamente.  Nei due anni successivi la produzione industriale conoscerà una diminuzione del 40% e la disoccupazione giungerà all’inverosimile percentuale del 33% della forza lavoro.   

(Continua)

 

 

 

29-01-2019 | 14:32