Quella sciantosa di Anna Magnani

Il film La sciantosa fa parte del ciclo “Tre Donne” di Alfredo Giannetti, realizzato per la televisione all’inizio degli anni settanta. Anna Magnani durante gli anni sessanta fu attiva prevalentemente in teatro, con due splendide interpretazioni, La Lupa nel 1965 e Medea nel 1966, mentre in campo cinematografico non ebbe grandi occasioni dopo l'intensa avventura pasoliniana di "Mamma Roma".

Il cinema stava cambiando, il Neorealismo perdeva giorno dopo giorno spazio per lasciarne a nuove sperimentazioni e, soprattutto, a nuove percezioni, sociali e artistiche, della realtà in rapida e impietosa trasformazione. La storia si svolge all’epoca della prima guerra mondiale: Flora Bertuccioli rappresenta il cliché della diva in decadenza ben noto al cinema di tutti i tempi. Cantante del “cafè chantant”, ormai in rovinoso declino, ma per niente rassegnata ad abbandonare capricci e presunzioni della diva che era, sembra destinata ad un'imbalsamazione lenta e patetica. Vive con la sua cameriera Cristina, che ne sopporta intemperanze e futili disperazioni, abbarbicata sul divano fra vecchie foto e ricordi di gloria, piena di rancori e frustrazioni, continua citazione di una se stessa che mai più ritornerà, come avrebbe recitato un verso delle canzoni del suo datato repertorio. Un giorno a scuoterla dal torpore del suo irritante rimuginare, giunge la proposta di andare al fronte a cantare per i soldati. Fronte dal quale non ritornerà mai più, ma nel quale, ormai trasfigurata dalle immagini reali di ciò che è la guerra, troverà finalmente un senso alla sua vita, salvandone un'altra. 

Al suo arrivo è accolta dal giovane soldato Tonino Apicella, interpretato un giovanissimo Massimo Ranieri, che insieme ad altri tre soldati compone la piccola orchestra incaricata di accompagnare le sue canzoni. Flora, nonostante il contesto in cui si trova, continua a recitare se stessa e si incaponisce sulla scelta delle musiche, nonostante i timidi tentativi dei tre giovani musicisti che le suggeriscono brani più vicini ai loro cuori straziati. Ma una volta ritrovatasi dinanzi alla platea dei soldati il risveglio è immediato e terribile, come lo sono tutti i risvegli da se stessi e alle proprie piccole miserie quando ci si trova davanti a una tragedia vera. Miserabili, alcuni gravemente mutilati, questi ragazzi pendono dalle sue labbra in attesa di un raggio di bellezza, di un'immagine della vita che continua lì fuori, nonostante l'orrore cui è ormai ridotta la loro. La scena è meravigliosa e la Magnani superba. Lo sguardo pietrificato e, insieme, intensamente vibrante che rivolge loro, il gesto con cui si spoglia degli orpelli ridicoli che aveva addosso e il sussurro teso e commosso che rivolge all'orchestra "Tonino, attacca la tua canzone", la commozione violenta durante l'esibizione, sono un momento di cinema dei più alti. 

"'O surdato 'nnammurato" riempie la sala e i cuori di questi giovani distrutti dalla storia e dalla miseria e Flora è Anna all'ennesima potenza. I brividi sono garantiti. Anna Magnani in questa scena è “il cinema”, quello che non si dimentica e che fa emozionare davvero. Da vedere e rivedere, cantando con lei, ricordandola, amandola con i suoi stessi incredibili occhi.

(La sciantosa, Alfredo Giannetti, 1971)

 

26-02-2014 | 03:08