Vittoriale

L'amore tra il Vate e Tamara de Lempicka

Nel gennaio del 1927, Gabriele D'Annunzio, oramai maturo e famoso invitò la donna al Vittoriale. Sembrava volesse un ritratto. Rinchiuso nel suo postribolo si era trasformato in un vecchio lupo drogato che cercava di sbranare le sue ultime prede, vivendo tra concubine ufficiali, governanti e bellezze di turno che si preoccupavano di organizzare per lui ogni sorta di piaceri, inclusa la dose giornaliera di cocaina. Scorrevano così gli ultimi anni di una vita inimitabile. Tamara de Lempicka accettò la sfida. L’incontro con il vate poteva essere utile per una definitiva consacrazione nel mondo dell’arte e della cultura.

19-08-2015 | 13:21

La culla del narcisismo

«Oh, quel genio io non l’ho, la scintilla mi manca». Il non sentirsi un autentico genio é il punto cavo del narcisismo dannunziano. Sicuramente la nota taoista di questa osservazione sarebbe piaciuta al Vate, non alle prime armi quanto a sincretismo religioso. Una sfera con un vuoto centrale che la mantiene sferica. E il Vittoriale che ruolo aveva in tutto questo?

04-12-2014 | 11:44

Il benevolo decimatore di cose altrui

Non è semplice inquadrare l’amico scroccone, poiché ha due possibili varianti: “il d’Annunzio” e “l’Antongini”. Un buon libro di testo per impratichirsi su questa tassonomia, e identificare subito con che tipo di scroccone abbiamo a che fare, è "Vita segreta di Gabriele d’Annunzio". Molto utile al conversatore che vuole capire di più sul benevolo decimatore di sigarette altrui che gli sta seduto a fianco.

02-02-2014 | 01:55