Una discarica ad alta quota?
L’ennesimo sfregio di cemento al paesaggio e all’ambiente lo hanno costruito a Plan de Corones Reinhold Messner e Zaha Hadid, personaggi celeberrimi dell’alpinismo l’uno e dell’architettura l’altra. Se per Hadid è ordinaria amministrazione produrre edifici storti, senza angoli retti, colando ovunque cemento dentro forme astruse ed estranee al contesto, il MAXXI di Roma ne è un esempio eclatante, dal grande Reinhold proprio non c’era da aspettarselo.
Messner è da sempre un mito purista dell’alpinismo che vorrebbe togliere chiodi alle vie di arrampicata, eliminare impianti di risalita e tutto ciò che snatura e ridimensiona la grandezza della montagna nel confronto smisurato con l’uomo. Come ha potuto, lo scalatore di tutte le cime più alte del pianeta senza l’ausilio dell’ossigeno, accettare un edificio che buca la sommità di una montagna e incastra dentro dei volumi sghembi tanto da sembrare – lo dimostriamo nella foto sotto – una discarica di elettrodomestici giganti? Perché portare tonnellate di cemento per costruire UFO voluminosi schiantati dentro la montagna?
Al nuovo, e soprattutto allo strano, nessuno sa più resistere, e così ogni occasione è buona per l’archistar per occupare un po’ di spazio nei mezzi di comunicazione. Che bisogno c’era però di maxi finestrone di 40 mq ciascuna in vetro e cemento per guardare il panorama? Bastava salire in alto e poi stare lì in silenzio a guardare a 360° il più bel panorama di Alpi e Dolomiti senza cemento e senza museo: per di più, beffa delle beffe, dedicato all’alpinismo tradizionale. Skirama Plan de Corones, il consorzio che gestisce gli impianti di risalita e che ha commissionato l’impresa, si giustifica minimizzando l’impatto ambientale e vantando di non aver trasportato da fondovalle il concime per preservare la biodiversità del manto erboso che copre la parte interrata dell’edificio. Il letame no, ma una infinita serie di betoniere con tonnellate di cemento hanno risalito la montagna per rifornire il cantiere del museo.
Si sarà chiesto Messner che cosa ne penserebbe di questo museo Valter, il più semplice gentiluomo dell’alpinismo di sempre? Bonatti purtroppo non c’è più ma con la naturale eleganza intransigente e caparbia che lo contraddistingueva, ne siamo certi, avrebbe avuto da ridire.