Al di là di sterili polemiche per l’ennesimo scempio edilizio, la vicenda dell'ampliamento dell'albergo Santa Chiara a Venezia potrebbe non essere del tutto inutile se servisse ad aprire una riflessione seria su come intervenire nelle città storiche.

Dopo aver terminato il più grande labirinto del mondo, voluto da Franco Maria Ricci, opera che lo consegna alla storia dell'architettura, Pier Carlo Bontempi torna a scrivere per i Fiori del male. E lo fa denunciando l'ennesima colata di cemento firmata dall'archistar Zaha Hadid. Un museo dell'alpinismo realizzato a Plan de Corones sotto gli occhi di Reinhold Messner.

«Oh, quel genio io non l’ho, la scintilla mi manca». Il non sentirsi un autentico genio é il punto cavo del narcisismo dannunziano. Sicuramente la nota taoista di questa osservazione sarebbe piaciuta al Vate, non alle prime armi quanto a sincretismo religioso. Una sfera con un vuoto centrale che la mantiene sferica. E il Vittoriale che ruolo aveva in tutto questo?

Franco Maria Ricci sta costruendo in provincia di Parma il labirinto più grande del mondo. Un luogo magico fatto di bambù che ospiterà anche un museo, una biblioteca e "tante altre cose superflue". Una promessa che l'editore fece tanti anni fa a Jorge Louis Borges. E che ha mantenuto.

Dagli anni Settanta a oggi l'edilizia - chiamarla architettura sarebbe una bestemmia - ha trasformato uno degli angoli più belli del mondo in un (non)luogo senza storia e senza nome. E se tra le siepi di qualche villa si intravede un piccolo nuraghe potete stare certi: è solo un forno per la pizza.

Lo scorso 29 marzo l'architetto Pier Carlo Bontempi è stato insignito del prestigioso premio Driehaus a Chicago, città in cui ha sede anche il più noto premio Pritzker – più noto ma con una borsa inferiore al Driehaus, 100 mila dollari contro i 200 mila di quest’ultimo. Un altro grande architetto, Léon Krier, ha scritto un pezzo sull'importanza dell'opera di Bontempi. E sul fatto che un certo tipo di architettura è anche una forma di resistenza.

Poundbury rappresenta il modello di città ideale voluta dal Principe di Galles Carlo d'Inghilterra. Un'idea classica che però non rinuncia alla sostenibilità a lungo termine. Perché la città ideale potrebbe essere non solo un sogno.

“Un medico può sempre seppellire i propri errori, un architetto può solo consigliare il cliente di piantare dei rampicanti”. Frank Lloyd Wright non poteva immaginare che nel futuro un grattacielo lo avrebbero chiamato il "Bosco verticale". Eppure sta nascendo in pieno centro a Milano.