Aspettando invano il corriere
La barba da fare. I pensieri che corrono. E il corriere che non arriva con i libri. Perché in Italia...
La barba da fare. I pensieri che corrono. E il corriere che non arriva con i libri. Perché in Italia...
Come attorno al corpo mistico del santo defunto, migliaia di camerine digitali e telefonini – nell’era del digitale le foto non sono più proibite nei musei – si alzano sopra il moto ondoso di teste a immortalare per amici e parenti a casa quelle di maggior valore totemico. Un miracolo si produce nella stanza della Gioconda – da qui la mia gratitudine. E vi spiego perché.
L'ipocrisia è presente nella nostra vita quotidiana. In ogni momento. Ma la sappiamo davvero riconoscere?
Cosa dovrebbe vedere, se avesse occhi, l'italiano di buoni sentimenti politici, ossia l'italiano che non vada a Cuba per fare sesso? Un paese stremato da mezzo secolo di gestione economica demente e sgangherata. Però, nel giorno del suo settantatreesimo compleanno, mi sono ritrovato, con mia sorpresa, a gridargli: "Fidel, amor de mi juventud, feliz cumpleaño".
Pasolini sosteneva che lo spirito degli italiani era stato guastato dalle seduzioni del capitalismo borghese. Un tema fisso per la cultura del dopoguerra. Ma populista per Luca Fontana.
Traviata è un’opera non in costume. Così la voleva Verdi alla prima, nel 1853, alla Fenice di Venezia. Così rifiutarono di eseguirla i cantanti, che pretesero di andare in scena con ridicoli costumi di un improbabile XVII secolo, vera e propria rimozione censoria, in ogni senso. Mancò quindi, al debutto, l’impatto di un’apertura trionfante.
I polli, come si sa, se scoprono una piccola ferita in un compagno di prigionia, cominciano a beccarlo in quel punto sino a scavargli piaghe in corpo divorandoselo poco a poco. Anche i bancari, gli impiegati, nel proprio gruppo hanno sempre uno che svolge il ruolo di buffone e vittima predestinata. Le conversazioni sono spesso di questo genere. «Di’ su, perché non vai in palestra, con quella pancia che hai?!». E tutti a ridere.
Odio i ristoranti con l’articolo. Che vuol dire? Semplice, sono quelli sul cui menu non troviamo il nome del piatto che vorremmo mangiare – che so, Coda alla vaccinara – ma lunghe descrizioni del tipo: La piccatina su un letto di squame di sirena e rucola, o Il filettino di criceto glassato in aceto balsamico e cacao amaro. Insomma odio quella nuova ristorazione italiana, emersa passo passo con la nuova cafocrazia che ci domina.
"Questi sparano, non fanno lotte coi cuscini!". Se un extragalattico, in grado di leggere e capire varie lingue europee, atterrasse oggi su questo sventurato pianeta e facesse una rapida rassegna di giornali e notiziari tv, si convincerebbe che le nostra società hanno due ordini di nemici: i musulmani, in particolare arabi, e i nostri stessi figli, i nostri alieni.
«Abbiamo avuto pessimi insegnanti». Verissimo, sono gli stessi, o una continuazione degli stessi, che ho avuto anch’io. Ma le sei lingue che parlo, leggo e scrivo le ho imparate per volontà di comunicazione, curiosità e conoscenza. Le ho imparate vivendo, leggendo, scrivendo, viaggiando e trombando. Per volontà, o forse meglio, per intenso fisico piacere di conoscere il vasto e splendido mondo.
Maverick è una parola americana. Alla lettera vuol dire vitello non marchiato. Con felice metafora, applicato agli uomini, maverick significa chiunque, mal sopportando l’appartenenza forzosa a branchi umani costituiti, si crea una sua esistenza indipendente, e, soprattutto, una sua cultura, spesso variegata e ricca, al di fuori delle didattiche di branco.
Non so se sociologi o psicologi frequentino spesso chat lines e siti d’incontri italiani in rete. Se non lo fanno è un peccato, perché le osservazioni che permettono sono di gran momento. Attenzione in primo luogo agli orari. E alla prosa.
Sesso, virtù, vizi, capricci ma, soprattutto, le incredibili doti di uno dei più grandi uomini del Novecento: Arturo Toscanini. Attraverso le lettere che scriveva emerge con forza la personalità poliedrica del grande direttore d'orchestra. Senza dimenticare le sue grandi passioni.
Questa è una lettera d’amore postumo. Inviata a una donna di cui si parla molto in questi giorni e che credevo di dover odiare per tutta la mia vita. E, indirettamente, all’uomo che per comparazione e contrasto me l’ha fatta amare: Tony Blair.
Ci sono italiani che non piangono. Che non piangono per tv, intendo. Madri, padri, fratelli, sorelle di persone rapite, la cui vita è a forte rischio, che evitano il più possibile di apparire per televisione. E se questo accade, non lacrimano, non urlano, non sventolano tricolori, non si inginocchiano, non singhiozzano tra le braccia di ministri. E non supplicano, alternativamente, la Madonna e padre Pio.
Sono sopravvissuto alla «misura in cui», grazie al cielo defunta. Ho resistito, intatto nella mente ma desolato nel cuore, alla lebbra del «cioè». Ma credo che soccomberò alla metastasi del «praticamente». «Praticamente io sono di Milano, ma praticamente cioè...» – il «cioè» ritorna e si agglutina a «praticamente» – «vivo praticamente a Rho».
Stando alla nostra "gutter tv" (tv fogna) la signora Parker Bowles sembra suscitare l’odio aperto di ogni vecchia marantega o giovane troia televisiva: è brutta, è sgraziata, non si sa vestire, è piena di rughe, non ha classe. E no, care ragazze, la signora Parker Bowles con le sue manone atte a reggere redini e maneggiare fucili, rughe e guance rubizze da vita all’aria aperta e le sue giacche di tweed sformate è la cosa più aristocratica che si sia vista negli ultimi cinquanta anni.
Di recente ho riguardato tre film indimenticabili di Federico Fellini: Vitelloni, Dolce vita, Amarcord. In questi tre film, e in molti altri, Fellini ha colto e rappresentato le radici antropologiche del fascismo e delle sue conseguenze nel carattere – se per un attimo mi si permette questa grossolana abbreviazione – del Paese nostro. Un’eterna irresponsabilità adolescenziale. Che, invece, Michelangelo Antonioni...
Copyright © 2024, I Fiori del Male s.r.l,
- Credits NaftaComunicazioneCodice fiscale e Partita Iva: 12495131000