Gigi, che ora rivede le stelle
Fra pochi minuti sarà mezzanotte, una mezzanotte di inizio novembre che quest’anno si dilata nel tempo all’infinito, probabile preludio di molte prossime notti a mezzogiorno.
E’ facile che ci si ritrovi a riflettere a lungo oggi, mentre ancora splendeva un bel sole ignaro, se scrivere qualcosa su Gigi Proietti e sul vuoto che lascia, nel cuore ma soprattutto nella memoria di tutti quelli che hanno la nostalgica fortuna di possedere ricordi ed eco di risate che se già ieri sembravano vintage, oggi hanno tutto il sapore del sogno irraggiungibile.
Proietti era un maestro, sicuramente molto apprezzato ed amato e riempie il cuore vedere in quanti e con che passione lo stiano celebrando dal momento del suo addio.
Ovunque possiamo leggere elogi, citazioni, ricordi, che lo vedono protagonista quanto forse nemmeno lui sognava sarebbe stato oggi.
C’è uno struggimento, una malinconia, un dolore sincero come per pochi artisti scomparsi negli ultimi anni era capitato di vedere.
Non solo gli appassionati, ma gente che a teatro non ci ha mai messo piede, gente che odia le battute e la strascicata romana, oggi è stravolta, triste, spezzata.
Viene spontaneo pensare che allora non siano solo un grande attore ed un uomo eccezionale che vanno via.
Insieme a lui viene ingoiata, in questa interminabile notte targata #maledettoduemilaventi, una delle ultime stelle che brillavano alla maniera di “prima”.
Cercando di non cedere alla tentazione dei vecchiacci imbiancati, che ripetono fino allo sfinimento quanto i loro tempi fossero migliori di questi, raccontiamo una storia, che nella stretta cerchia di chi scrive ha sempre fatto ridere in parecchi.
C’era una volta una bambina, che scoppiava a piangere non appena Proietti appariva in video.
Ma non un pianto, qualunque, un pianto di autentico sgomento, da farla nascondere sotto il letto e non voler uscire più.
I suoi genitori, che lo amavano molto, erano costretti a cambiare canale perché persino sentirne la voce, da lontano, metteva i brividi alla piccola.
Ne ho un vago ricordo e la cosa non mi stupisce, considerato com’era questa bimba ai tempi (e pure adesso, nonostante tutto).
Proietti aveva l’anima dell’attore, quella carnale e viscerale, non filtrata dal desiderio di piacere per motivi global-standard, come purtroppo oggi sempre di più avviene.
La bambina sensibile a tutto, che mangiava boccioli di rosa perché troppo belli per essere solo guardati, veniva folgorata da quell’energia, che non riusciva a gestire tanto era prorompente.
Lui, storto, irregolare, luciferino alla carbonara: era il genio di Roma, quel genio a volte greve e insistente ma che ti strappa una risata anche quando pensavi non ti avrebbe fatto ridere e fa piangere qualcuno che ha ancora il cuore negli occhi e che avverte, senza poterlo capire fino in fondo, la pancia del tutto in quel sorriso a coltello.
In tempi difficili come quelli che stiamo vivendo, una presenza come la sua manca dunque doppiamente.
Tempi in cui i sorrisi, taglienti o dolcissimi che siano, li teniamo sottovuoto per proteggerci e proteggere da qualcosa che da qualsiasi punto la guardi, non fa ridere proprio per niente.
Eppure possiamo star certi che artisti come Proietti, se ne avessero avuto l’occasione, ci avrebbero strappato una risata di quelle grasse pure oggi, dietro la benedetta mascherina.
Dopo questa avventura da incubo forse non saremo migliori, ma santiddio, se non saremo diversi meglio tenersela la mascherina e non solo sulla bocca.
Auguriamoci di riscoprire il “culto” della personalità più che della persona, quella strada che Gigi Proietti conosceva bene e che aveva intrapreso con la forza del mattatore naturale qual era.
Leggiamo dappertutto che non aveva eredi e forse è davvero così: c’è però da augurarsi che una nuova generazione di artisti, meno Instagram e più palco, da sostenere e incoraggiare, stia per montare alla carica non appena la carica si potrà fare come si deve, col pubblico che ride e qualche bambina che piange, perché l’emozione - vivaiddio – se la mangia tutta.
Ad astra.
(Indovinate chi era quella bambina?)