Il piacere inconsapevole
Tortellini bolognesi prosciutto e piselli
San Domenico - Imola (Bo) - Chef Valentino Marcattilii e Massimiliano Mascia
Secondo un’ingenua aporia del pensiero progressista, la storia sarebbe governata da immutabili assiomi di cause-effetti: ogni dispositivo causale trarrebbe origine da un altro, a partire però da un necessario inizio evidentemente non spiegato. La realtà sembra tuttavia rappresentare l’esatto contrario: gli eventi si sospingono l’un altro con discontinuità. Così come le tradizioni e i miti, che nascono inconsapevoli e si reiterano senza soluzione, come epifanie nel divenire. Può essere il caso anche di una pietanza - nello specifico il tortellino - uno dei piatti bandiera della cucina padana. Se in un ipotetico dialogo platonico sull’idea del tortellino voce avrebbero Valeggio e Modena, senz’altro Socrate sarebbe Bologna. Tortellino: tradizione lì nata inconsapevole. Reiterata. E ora elevata a epifanico mito al San Domenico. Giusta consistenza della pasta, ottima porosità della sfoglia, perfetto equilibrio fra involucro e ripieno. Solo per fermarsi ai dati più “tecnici” (e senza toccare la questione della composizione della farcia: qui magistrale). E’ poi sul sugo che questo tortellino dispiega tutta la propria idealità: un intingolo soffice di prosciutto e piselli, con un nonnulla di panna. Il cerchio perfetto, per un piacere senza fine. La cornice? E’ sufficiente dire «San Domenico»: un nome che, dal 1970, è sinonimo di eleganza raffinata e stile al di fuori del tempo. Per un grande classico che, in barba a meccanicistiche filosofie della storia, non passa mai…
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