La bufala della Festa della donna
Ogni celebrazione prende spunto da un evento significativo nel cui anniversario si ricorda e si commemora ciò che si sta celebrando. Così per il 25 aprile si ricorda la liberazione di Milano, per la festa del lavoro generalmente si fa riferimento ai fatti di Haymarket del 1886 a Chicago mentre per la giornata della memoria ci si affida al 27 gennaio, giorno in cui gli alleati arrivarono ad Auschwitz e scoprirono l’Orrore.
L’8 di marzo, come è noto, si celebra la festa della donna. Ma perché proprio in questo giorno? Generalmente per la vulgata la risposta sembra semplice. Nel lontano 1908 la città di New York vide giornate tumultuose. Scioperi di operai immobilizzavano le fabbriche e scesero in strada anche le donne. Una forza lavoro importante quella femminile, che portava avanti opifici di tessuti come l’industria tessile “Cotton” di un certo signor Johnson. La protesta durò per giorni fino a quando l’8 marzo la proprietà sprangò le porte della fabbrica chiudendo al suo interno tutte le operaie. Scoppiò un incendio, per molti doloso, che divorò l’intero stabilimento e tutte le donne che vi erano rinchiuse. Morirono 129 lavoratrici in modo atroce.
Una storia drammatica che basterebbe da sola a giustificare la scelta di questa data. Peccato solo che ciò che avete letto fin qui non sia mai avvenuto. Non è mai esistita a New York una fabbrica di tessile chiamata “Cotton”. Né sono mai morte 129 donne sprangate dentro una fabbrica che prendeva fuoco. Gli americani, che hanno il vizio della memoria, lo possono testimoniare: nella Grande Mela al numero 1220 di Fifth Avenue c’è il Museum of the City of New York: loro non sanno nulla di questo fantomatico incendio; al New York City Fire Museum conservano memoria di tutti i roghi che hanno interessato la città: neanche loro ricordano di 129 donne morte in un fantomatico incendio; Il New York city Fire Department tiene il conto degli incendi che hanno interessato la città negli ultimi secoli: mai sentito neanche loro di un rogo che abbia interessato una certa fabbrica chiamata “Cotton”. E come se non bastasse sul sito delle Nazioni Unite, dove si ricorda la ricorrenza dell’8 marzo, non si fa menzione di una simile strage.
Scavando invece nella memoria di Manhattan, si trova davvero un grosso incendio, che forse può aver causato qualche fraintendimento. Il 26 marzo del 1911, uno dei più gravi incidenti industriali della storia di New York, causò la morte di 146 persone. La Triangle Shirtwaist Company produceva camicette e occupava i 3 piani più alti del palazzo Asch building. Divamparono le fiamme e morirono 146 operai di entrambi i sessi, in prevalenza poveri immigrati europei tra i quali anche molte donne. I proprietari dello stabilimento si salvarono tutti e mentre si spegnevano le fiamme divampavano già le polemiche sulla sicurezza e sulla salubrità dei laboratori. Ai funerali parteciparono migliaia di persone, mentre in sede penale la società fu prosciolta da qualsiasi responsabilità
Sì, ma cosa centra tutto questo con l’8 marzo, e soprattutto come è nata la storia del signor Johnson e della fabbrica Cotton? Sembra che tutto sia nato nel 1952 in Italia da un piccolo libricino di 6 centimetri per 4 che arrivò, insieme ad un rametto di mimosa, nelle mani di molte donne italiane. Stampato dall’Unione Donne Italiane, settore femminile della Cgil, riportava - senza verificarla - la storiella della “Cotton” apparsa per la prima volta a Bologna sul settimanale comunista “La Lotta”. Due anni dopo, per perfezionare la favoletta, il settimanale della Cgil “Il Lavoro” diede un volto all’arcigno signor Johnson che in un fotomontaggio ad hoc, passava tra le lavoratrici trattenute dalla polizia con tanto di bombetta in testa.
Svelato l’imbroglio, però, rimane pur sempre una domanda: ma perché l’8 di marzo? Per fondare la festa della donna su questa data bisogna ancora fare un piccolo passo indietro nel tempo fino ad arrivare nella Russia zarista del 1917. A San Pietroburgo, il 23 febbraio del calendario giuliano – l’8 marzo appunto del calendario gregoriano - una grande manifestazione di donne operaie scese in piazza per protestare contro lo Zar stufe dei milioni di morti causati dalla Grande Guerra ancora in corso. Questa grande manifestazione fu determinante per il crollo dello zarismo tanto che il 14 giugno 1921 la Seconda conferenza internazionale delle donne comuniste, tenutasi a Mosca una settimana prima della terza Internazionale comunista, fissò all'8 marzo la “Giornata internazionale dell'operaia”. Ecco svelato l’arcano.