La medium che piaceva a Lombroso
Tavoli volanti, improvvisi lampi di luce in una stanza buia, voci non umane….questi e molti altri erano i fenomeni a cui poteva assistere chi aveva la fortuna di prendere parte ad una seduta spiritica condotta da Eusapia Palladino.
Eusapia nasce nel 1854 a Minervino Murge in Puglia, in quel tempo una provincia remota del Regno delle Due Sicilie.
Una storia triste quella della sua infanzia: la mamma muore dandola alla luce e il padre viene ucciso pochi anni dopo durante un’incursione di briganti in casa, la piccola invece viene ferita brutalmente e tramortita con un colpo alla testa.
Complice il trauma, la ciocca di capelli corrispondente alla ferita divenne bianca per sempre.
Rimasta sola Eusapia si trasferisce a Napoli e, stando alla sua fumosa biografia, si guadagna da vivere come bambinaia e impara parallelamente l’arte della tessitura.
Nella nuova città si sposa con un prestigiatore di origine spagnola ma il matrimonio è infelice e non dura a lungo.
La giovane donna è di nuovo sola e lo spiritismo giunge a lei tramite il Caso.
Nell’abitazione dove presta servizio come bambinaia manca una persona per “completare il cerchio” di una seduta spiritica e così viene chiesto ad Eusapia di unirsi al “tavolo di evocazione”.
La fanciulla, che doveva servire a completare solo il cerchio, si rivela invece una medium capace di introdurre a “mondi sconosciuti”.
Presto viene notata da Giovanni Damiani, un noto spiritista palermitano formatosi in Inghilterra, con lui Eusapia prende parte a numerose sedute spiritiche a Napoli come a Milano diventando in pochi anni una medium e sensitiva famosa e richiesta.
I ”tavoli medianici” presieduti da Eusapia diventavano un portale verso l’Occulto, lo Sconosciuto che affascina e fa paura allo stesso tempo.
Sia da sola che supportata dal suo “spirito guida” John King, la donna è in grado di dare messaggi dall’Aldilà a chi ne fa richiesta, ha il potere di materializzare piccoli oggetti dal nulla, trasferisce correnti energetiche di calore e di freddo col tocco delle sue mani e spesso dall’antica ferita sulla testa perde un liquido bianco che concorre a creare il fascino di cui la donna è portatrice.
Nel 1893 Eusapia viene invitata a Varsavia dallo psicologo-occultista Julian Ochorawicz, un esponente importante del Positivismo polacco ed è proprio qui che la donna incontra il romanziere e spiritista Boleslaw Prus.
Eusapia ha quarant’anni e Prus quarantasette quando si vedono per la prima volta. Vengono colti da felicità improvvisa, dal desiderio di conoscersi, hanno la capacità di comunicare tra di loro pur non conoscendo l’uno la lingua dell’altro e il sentimento, che si fa estensione del corpo, fa il resto.
Qualunque cosa sia accaduta quel giorno a Varsavia deve essere stata importante per la vita della medium dato che gli incontri sono proseguiti per più di un anno.
Il perché i due si siano poi persi non è noto, Prus deve avere sicuramente pensato a lei per scrivere il romanzo Il faraone e le “sedute spiritiche”fatte in Polonia restano tra le più intense condotte dalla Palladino.
Negli anni successivi Eusapia diventa oggetto di studio per diverse Società di Ricerca, i coniugi Curie la convocano a Parigi e partecipano a numerose sedute spiritiche.
Marie Curie definirà in seguito “dubbia” la provenienza del potere della Palladino mentre il marito Pierre resterà incantato dalla materializzazione di oggetti e definirà l’esperienza con la sensitiva come bella e positiva ma non farà in tempo a vantare oltre le qualità della medium perché morirà poco dopo averla conosciuta.
La fama della Palladino giunge così a sir Arthur Conan Doyle come a Cesare Lombroso.
Lombroso forma un gruppo di studio per analizzare la donna nei minimi dettagli sia fisici che spirituali ed Eusapia non tiene nulla per sé, si mostra generosa .
Sembra che il padre della criminologia uscendo da una seduta spiritica abbia detto: “E’ magia!”.
Si narra che Lombroso non avesse visto solo mobili volare ma la stessa Eusapia levitare oltre ai volti umani che si formavano a guisa di bassorilievi sui muri.
Anche l’Università di Harvard ha voluto studiare Eusapia ma i giudizi non sono stati positivi, la medium viene definita imbrogliona, truffatrice, cialtrona.
Forse troppo per la cultura americana del tempo che cerca conferme scientifiche per quello che scientifico non è, forse troppo per quel tempo o forse troppo e basta.
Eusapia ritornata in Italia continua a prendere parte a sedute spiritiche e non si sottrae mai ai gruppi di ricerca che la contattano e non guadagna mai nulla dai suoi “poteri” se non quello che le viene offerto come ringraziamento per la sua opera.
L’ultimo studio sulla sua pelle viene condotto nel 1910, una sequela quasi interminabile di esperimenti fisici e psichici che dura per dodici ore a Napoli, in un sotterraneo, e che lascia la donna stremata.
Tutto è stato fatto sul corpo di Eusapia, dalla ferita lasciatale dal brigante agli elettrodi fino agli interrogatori.
Tutto è stato fatto e nulla è stato spiegato, a nulla sono valse le sofferenze della donna perché un fenomeno così appartiene solo a stesso e a chi ha sufficiente curiosità e umiltà per conoscere, per avere una nuova ” vista”.
Cesare Lombroso dopo lo stupore iniziale ha provato a spiegare le qualità medianiche di Eusapia come la conseguenza del trauma infantile.
La “ferita” sulla testa è stata dunque la “porta d’accesso” ad altri Mondi.
Acclamata come disprezzata ma, purtroppo, dimenticata, Eusapia muore povera a Napoli nel 1918.