Cappuccetto Rosso deve morire /32
Nella mente del Commissario le cose si stavano facendo sempre più ordinate.
Alberto Russo, entrato accidentalmente in possesso della fotografia racchiusa nella civetta, doveva essere tornato da Lagri alla prima occasione utile, cioè il tredici giugno, rompendo i sigilli della polizia. Ma lo schedino era bello che partito fin dalla mattina del dodici, quindi pugno di mosche per l’arrivista.
Cosa doveva aver fatto a quel punto?
Beh, sicuramente, rovistando ovunque, aveva trovato il diario e l’aveva letto. Aveva saputo che Marinaro aveva lo schedino e doveva essere andato da lui. Marinaro doveva avergli detto di non averlo più: e qui entravano in ballo i soldi che aveva nell’armadio, unica traccia di un pagamento.
A questo punto le ipotesi si moltiplicavano. Magari Marinaro aveva detto subito di averlo venduto ad Antico e Russo, non credendoci, lo aveva soffocato lentamente per costringerlo a dire la verità, finendo con l’ucciderlo. Oppure Marinaro non aveva parlato e solo dopo averlo ucciso e aver cercato lo schedino, scoprendo i soldi, Russo aveva intuito di chi poteva trattarsi: chi girava con una simile cifra in contanti se non Antico? E le idee non finivano lì... ma anche a pensarle tutte, rimaneva l’interrogativo fondamentale: Marinaro, per una ragione imponderabile, poteva davvero essersi suicidato? Impossibile dirlo per il momento, ma il Commissario era assolutamente convinto della colpevolezza di Alberto Russo: un ambizioso senza scrupoli che non aveva nessuna voglia di lasciare in giro un medico tracotante che, un domani, potesse ricattarlo.
A quel punto, Alberto Russo doveva essere andato da Antico.
Furbo il barone! Pagare Marinaro in contanti, così da non poter essere collegato a quel denaro, e lasciando al medico il problema di farli uscire dall’isola. Peccato per lui che Marinaro fosse morto prima di portarsi via la sua bella sacca: così come stavano le cose quel contante era praticamente firmato da Mario Antico banconota per banconota.
Ed ecco quando doveva essere successo lo scambio: il giorno che era andato da lui, Antico aveva da poco bruciato la fotografia nel portacenere, ecco cos’era quell’odore che non riusciva a identificare. Significava che Russo era stato lì da poco.
Il Commissario riepilogò e mise in ordine tutte le cose che sapeva del giorno prima e provò a crearsi un quadro completo, ma sospese la sua ricostruzione perché era entrato nella sala congressi del Villaggio e cercava con lo sguardo il manager. Si mise sul fondo della sala e, pur restando vigile in attesa di scorgere il suo uomo, continuò a lambiccarsi.
Marinaro, siccome a Russo serviva lo schedino, comprende che le informazioni rubate a Marchiosi dovevano essere in possesso del manager, allora lo ricatta e chiede soldi in cambio del proprio silenzio. Russo lo uccide. Le labbra del Commissario si mossero istantaneamente in un microscopico sorriso: Marinaro aveva ricevuto una grossa cifra da Mario Antico, ma sicuramente aveva chiesto altro denaro, meschinamente, e solo per avidità. Una forma di peccato di gola fra le più cretine quella legata alla fame di denaro, almeno quanto la fame di potere. In qualche modo trovava giusta la fine di Marinaro.
«Salve Commissario!».
«Salve dottor Soddi».
«Che ci fa qui?» sorrise il manager.
«Cerco Alberto Russo».
«Ma io non l’ho visto questa mattina. Controlli i registri, credo che non sia venuto».
«Grazie».
Il Commissario si precipitò all’entrata e subito si fece dare i registri: la firma di Alberto Russo non c’era. Corse in reception a chiedere se avessero notizie di Russo. Gli fu detto che aveva preso una jeep per fare un giro dell’isola, ma non sapevano verso dove. Il Commissario saltò a sua volta sulla jeep e provò a fare una ricognizione.
Si accorse dell’ironia della sorte: esattamente ventiquattro ore prima, cioè alle 16.00 del quattordici giugno, avevano scoperto il corpo di Marinaro.
Sicuramente, si disse il Commissario guidando come un pilota della Paris-Dakar, Marinaro aveva chiesto un appuntamento a Labile per vendergli lo schedino nel caso in cui Mario Antico non avesse accettato il prezzo. Il messaggio di Marinaro ad Antico doveva risalire alla sera del tredici giugno e quello aveva risposto solo la mattina del quattordici giugno.
Marinaro, rimasto da Antico fino alle 09.30 per ricevere i soldi, era poi tornato a casa e fino alle 09.45 doveva essere rimasto a pensare il sistema per nasconderli. Quindi non aveva avuto il tempo o forse si era dimenticato di disdire l'appuntamento con Labile. Quest’ultimo gli invia una risposta affermativa verso le dieci, ma Marinaro non riesce a rispondere perché forse è già morto o comunque sarebbe morto nel giro di mezz’ora.