Cappuccetto Rosso deve morire /5
Ore 15
Evaporato il pranzo, decise di fumare mezzo toscano passeggiando per i vialetti del Villaggio, che erano chiusi fra i muretti bassi dei giardini dei bungalow e le siepi ben addomesticate.
Camminando lentamente, come per far affondare più comodamente i piedi nelle scarpe morbide estive, cercava di recepire quanto più possibile di quell’ambiente, che ormai – con una certa vezzosità – chiamava “luogo del delitto”.
Registrava nella memoria il modo di parlare e d’interagire degli ospiti. La passione per la sociologia, oltre a farlo laureare in tale materia, condizionava anche il suo modo di parlare e di riflettere.
Dal principio, guardandosi attorno, si fece l’idea che quelli non erano solo medici e manager giunti lì per la prima volta da tutt’altra parte: tra loro c’erano molti degli habitué del Villaggio, gente che ci veniva molto di frequente o che addirittura aveva il privilegio di avere un appartamento in multiproprietà a ridosso della costa venusta. Dunque non erano tutti avventizi, fra loro allignavano dei veterani che nel corso di altri congressi o per motivi personali avevano frequentato assiduamente il Villaggio. Se la sua impressione era esatta, la stragrande maggioranza dei manager e i medici presenti a quel congresso erano anche proprietari o aficionados dei locali del Villaggio.
Iniziò a immaginarsi chi abitasse bungalow, appartamenti e camere. E notò che in quel luogo c’erano delle leggi non scritte sulla cui base gli ospiti dei novecento locali – di cui solo una minima parte era abitata durante il congresso – si classificavano fra loro. Il procedimento era tanto semplice quanto ferreo e la discriminante era la lontananza dal mare: se si va in un villaggio sul mare ci si aspetta di vivere il mare con una pienezza impossibile in città, per cui la distanza dal mare diventava il metro del successo economico e sociale dei singoli.
Vicino al mare vivevano i professionisti affermati che avevano potuto comprare subito, mentre il complesso era ancora in costruzione, i costosissimi appartamenti oppure aggiudicarsi per vie indecifrabili il diritto a prenotare e soggiornare sempre in alcuni di essi. Vicino alla reception, a distanza di almeno trecento metri dalla costa, gli impiegati benestanti e i modesti commercianti che avevano dovuto accontentarsi dei più economici spazi nell’entroterra (laddove, per “economici”, s’intenda qualcosa di normalmente esorbitante).
Abitare a tale distanza dal mare non era certo un impedimento insormontabile, ma in vacanza l’ottica doveva essere diversa. Ogni mattina c’era da percorrere quella distanza sotto il sole e, all’ora di pranzo, se s’intendeva mangiare, o bisognava portarsi il cibo (cosa assai cheap) o, sempre sotto il sole, tornare a casa propria. Durante la sera si era distanti dall’epicentro dei vari divertimenti e dei vari spettacoli, per cui bisognava prepararsi a stare fuori casa per un tempo accettabile: la fruizione dei servizi del Villaggio e quella della spiaggia era soggetta a orari, benché molto flessibili. La ricchezza di oggi non consente scomodità di alcun genere, perché siccome l’ostentazione del lusso è volgare, i veri ricchi e i veri potenti ostentano l’agio assoluto, la comodità e la facilità più completa: solo i poveri e i nessuno sanno quanto sia costosa la semplicità perché lo vengono a sapere ogni volta che vorrebbero comprare un vestito bello eppure accogliente o un oggetto di stile eppure lineare e mondato o un locale di villeggiatura spartano eppure vicino al mare.
E a quelli vicino al mare, per l’appunto, bastavano pochi passi per arrivare sotto l’ombrellone, la sera godevano della brezza marina e se gli andava erano vicinissimi al bar all’aperto e all’anfiteatro: erano insomma le stesse persone che fruivano del campo da golf a diciotto buche e che vivevano il mare continuamente, senza nessuna limitazione, come se ne avessero acquistato una fettina tutta per loro.
Quella fettina di mare era il fiore all’occhiello del loro successo.
Il Commissario si poggiò contro il tronco di un pino marittimo. L’ombra era profumata. A lui piaceva molto quella natura mansueta e ordinata, euclidea e regolare, come quella dei grandi giardini d’Oriente e Occidente. A scapito dei disgustosi tratturi contadini. (continua)