Il fascino segreto della seduzione
Il fine conversatore è, in fin dei conti, umano. Sa usare meglio le funzioni cerebrali superiori, ma i bassi istinti rimangono legati all’antica origine dell’essere umano: il fango. Allorquando alla cena di gala della Croce Rossa dovesse incrociare un’allumeuse di particolare splendore, non potrà che ricorrere alla conversazione per attrarla nella rete fatale.
L’allumeuse, dato l’augusto consesso, non potrà che mostrare interesse per il garbo e la sapidità della conversazione, ma il conversatore coglierà all’istante di che pasta ella è fatta: se è una donna di buone letture il gioco è fatto e l’incanto seduttivo reciproco e il cacciatore diverrà ben presto preda, viceversa toccherà al cacciatore dare un vantaggio all’anitra zoppa per rendere almeno un po’ interessante la caccia.
Il libro da introdurre in questa seconda, tragica, evenienza sarà Racconti crudeli di Adam Villiers de L’Isle-Adam. Il titolo a sensazione e la pomposità del nome dell’autore giocheranno un effetto stordente sulla signora, come una grancassa al rettilario. Sebbene il lettore sappia che il libro è di quell’ispirazione decadente e simbolista di certa letteratura francese, non dovrà interessarsene: per sedurre basterà inventare all’impronta la trama che più s’attaglia alla psicologia dell’interlocutrice e accennare di sfuggita che vi piace leggere quei racconti durante le soste che vi concedete quando attraversate la Costa Azzurra sulla vostra Lamborghi fuoriserie. Il resto verrà da sé.
Nel caso in cui sia una conversatrice a dover sedurre un tenebroso cavaliere, la cosa sarà diversa. Ella, colto l’esemplare intellettualmente stimolante ed esteticamente stuzzicante, dovrà farsi notare da lui illudendolo che è lui ad averla notata. Nel momento in cui il tenebroso si sarà accorto della conversatrice inanellerà una serie di mosse a cui costei dovrà fingere di essere impreparata. Il tenebroso s’illuderà forse di aver fatto un’inattesa conquista, ma la conversatrice sa di dover subito stabilire i giusti ruoli nella conversazione: non dovrà essere lui a dettare i tempi, ma lei a gestire i di lui silenzi, giostrandoli per poterlo sedurre e trasformarlo in un docile adoratore. E quale mezzo migliore se non intavolare un piccolo scambio di battute su un libro dell’orrore?
Della seduzione di Baudrillard potrebbe annoiarlo e allontanarlo, le poesie di Neruda annichilirgli la libido, Il buio e il miele di Arpino turbarlo. Al contrario, Il richiamo di Cthulhu di Lovecraft lo terrà sveglio e la conversatrice si ammanterà d’un’aura di mistero. Dopo averlo frollato con alcuni scelti accenni, sarà sufficiente attendere che lui riprenda la parola (magari per dire qualcosa come “Di solito alle donne non piacciono i racconti dell’orrore”) e – dopo una suprema manciata di secondi di silenzio – citare la seguente frase: “Io non dormirò mai più sonni tranquilli quando penserò agli orrori che si celano dietro la vita quotidiana, nel tempo e nello spazio, e a quelle empietà, venute dalle stelle più antiche, che sognano sotto il mare, conosciute e aiutate da un Culto da incubo, ansioso di liberarle ogniqualvolta un altro terremoto farà riemergere nuovamente la città di pietra al sole e all’aria”. A questo punto il tenebroso cavaliere è pronto per essere infornato con patate e castagne.