Max Emmental non esce più
Il detective Max Emmental non viaggia più.
Finiti i viaggi interplanetari e le partenze in orbita, per colpa della peste aliena venuta da lontano.
Dalla televisione i numeri si fanno sempre più allarmanti. Max è costretto a casa.
A fargli compagnia due colleghi: il telefilm di un commisario bavarese, un altro Emmental, l’ispettore Emmental (ma solo lui è quello vero, l’unico e l’originale) e un altro telefilm di un investigatore privato, il cui sceneggiato è ambientato a Beverly Hills.
Poi pop corn, tanti libri e il crepitìo di un camino. Un idilio perfetto.
Inoltre Max ha ciò che è stato, ha il passato a tenergli compagnia, come il ricordo della sua fidanzata Cindy scrittrice in perenne crisi.
Cindy quando frequentava Max pensava di scrivere una versione dei Promessi Sposi zombie. Il matrimonio come maniera per contarre il contagio. Era al passo coi tempi e vissero felici e appestati.
E mentre Max è perso nell’happy ending, nella sua rêveriequalcosa non va. Violentemente bussano alla sua porta poi entrano senza tanti complimenti due zombie, sono una coppia, sono quelli del libro di Cindy.
La fantasia di Max Emmental, nel pensarli intensamente deve averli generati, incarnati, come per incantesimo. Ed eccoli lì, ora loro vogliono il suo cuore.
Emmental ha trovato l’amore ma ha dovuto ammazzarlo. Max li trafigge con l’attizzatoio rovente del suo caminetto, un po’ Cupido un po’ Charles Bronson, giustiziere nella notte.
L’uomo ha ristabilito la pace, è sopravvissuto.
Tempo dopo Max rivede ad un party in piscina Cindy la sua vecchia fiamma.
- Ciao Cindy come va? Quanto tempo! Adesso a cosa stai lavorando?
- Non parlarmene, sono in crisi creativa.
- Lo supponevo…
- Ma non hai nemmeno un’ideuzza che ti frulla nel cervello?
- Veramente una cosa c’è.
- Vedi lo sapevo!
- Sono in procinto di scrivere un romanzo sul ritorno di Jack lo squartatore.
Max torna a casa e carica la carabina. La sua fantasia gli ha già giocato brutti scherzi.