Oltre Edgar Allan Poe
“Il sentimento più antico e radicato nel genere umano è la paura, e la paura più antica è quella dell’Ignoto”.
Un sondaggio sulla letteratura dell’orrore avrebbe probabilmente un risultato scontato. Edgar Allan Poe sarebbe indicato come l’autore di punta e senza alcun dubbio fu uno dei più influenti scrittori americani, non solo del genere in questione.
Tuttavia c’è un personaggio che può “competere” con Poe e, a tratti, forse, superarlo nella qualità delle proprie opere: costui è Howard Phillips Lovecraft.
Nato a Providence nel 1890 Lovecraft fu l’autore che stravolse la narrativa dell’orrore, una sorta di Copernico letterario. La forza dei suoi capovolgimenti è stata dirompente e ha dato il via al filone dei racconti fondati sull’Orrore Cosmico.
Il primo cambio di paradigma sposta il focus del racconto dall’umanità al caos universale, dalla terra ad una dimensione in grado di abbracciare tutto il cosmo. Il suo terrore è legato a misteri inspiegabili e imprevedibili dove l’universo non è romanticamente magico o mistico, ma diventa un caotico gorgo in cui l’uomo è abbandonato a se stesso. Indagare sul carattere psicologico dei personaggi è secondario e la componente umana non ha nemmeno la speranza di salvezza in una vita ultraterrena visto l’eterno ritorno del caos che, totalmente ignaro ed estraneo, non tiene conto di niente e nessuno. Tale Orrore prende forma in spazi galattici e dimensioni sconosciute in cui la paura della natura è nulla al cospetto di forze cosmiche cieche e inevitabili, immuni alla ragione.
Il progresso scientifico e conoscitivo non ha cancellato la paura e il secondo stravolgimento di Lovecraft riguarda proprio tale argomento. Solitamente la speranza di sconfiggere gli esseri malefici si lega alla comprensione completa della loro natura. Con l’autore di Providence invece, la fonte primaria del terrore diventa la possibilità di concepire i mostri che vengono da abissi insondabili. Questa conoscenza non è salvifica ma porta inesorabilmente o alla follia o alla morte. Chi trascende i limiti umani, e vede il caos, è destinato all’oblio.
Dominare situazioni completamente alterate e non comprensibili crea un terrore totale in grado di scombussolare la mente della vittima che, senza alcun supporto, non identifica la causa del male. Le divinità presenti nel pantheon creato da Lovecraft, provenienti da spazi inaccessibili, simboleggiano proprio la struttura caotica del Cosmo.
L’ultimo ribaltamento da prendere in considerazione riguarda il rapporto tra materia e spirito. Spesso il panico scaturisce da creature incorporee e immateriali, ad esempio fantasmi, mentre con Lovecraft la materialità dei mostri è di una concretezza spaventosa. La loro materia è così antica da non poter essere scalfita e la possibilità di poter continuamente richiamare dal caos le oscene divinità dà loro immortalità completa.
Tutti gli elementi descritti si possono ritrovare nell’opera più importante della sua carriera: Il Ciclo de I Miti di Cthulhu.
Questo classico della letteratura mondiale porta il lettore in un mondo indefinibile, pronto a sprofondare nell’abisso. Le tante divinità mostruose presenti nei racconti conducono nell’ignoto, luogo in cui la paura ancestrale ricade nell’Orrore cosmico tramite un eterno ritorno all’evento spaventoso.
Il Caos è l’unico ordine immarcescibile in cui continenti perduti, antichi culti e razze extraterrestri decidono come e quando entrare in azione spaventando e distruggendo l’inerme essere umano.
“La cosa più importante è l’atmosfera, perché l’autenticità viene data non da una trama ma dalla creazione di una data sensazione. Possiamo dire, in generale, che un racconto in cui gli orrori sono alla fine resi comprensibili medianti dei mezzi naturali, non è un genuino racconto di Orrore Cosmico”.