Si fa presto a dire Prosecco
C’è un paesaggio tratteggiato da vigneti, boschi e versanti scoscesi, fatto di centri storici e borghi di alto valore artistico; un lembo d’Italia dove la vite ha assunto nei secoli un ruolo centrale nella cultura materiale e produttiva. Ci troviamo in provincia di Treviso a un’ora di strada da Piazza San Marco e a cento chilometri da Cortina d’Ampezzo.
Le colline di Conegliano Valdobbiadene rappresentano una linea originale per caratteristiche dei suoli, microclima e forme del paesaggio. La vite ha qui trovato un ambiente ideale, mentre la mano dell’uomo ha fatto il resto, ricamando di vigneti le colline e creando nei secoli un paesaggio agrario di grande bellezza.
La Docg Conegliano Valdobbiadene è prodotta in un’area di 15 comuni, con uve coltivate tra i 50 e i 500 metri d’altezza, sui versanti sud della fascia collinare. La varietà glera (il vitigno base del Prosecco) trova in questo ambiente caratteristiche ideali per esprimersi al meglio: inverni lunghi ma non eccessivamente freddi, estati calde ma non afose. La vite si muove su terreni di natura diversa, con un’ampia variabilità di suoli, esposizioni, pendenze e altimetrie. Le colline sono tratteggiate in diverse forme fisiche: versanti che digradano dolcemente a valle, oppure ripidi pendii nella fascia più settentrionale. Proprio per questa varietà di ambiente i metodi di coltivazione sono differenti. Sulle colline a “corde”, nella parte nord del territorio, le vigne disegnano forme e strutture eccezionali, scandendo la trama visiva del paesaggio, incise dall’uomo con gli strumenti più tradizionali del mestiere. Le piante sono curate a mano per la natura estrema dei terreni: scoscesi, ripidi, inaccessibili ai mezzi meccanici. Sono coltivate con fatica su pendenze che possono arrivare al 70%. La vite si concentra sui versanti esposti a sud, per la maggior parte coltivati a Glera, ma con piccole aree di Perera, Bianchetta e Verdiso, gli altri vitigni che concorrono nell’uvaggio del Conegliano Valdobbiadene.
I vini si caratterizzano per profumi intensi, nei ricordi di glicine e fiori bianchi, frutta matura e note tropicali, pesca, albicocca, e un leggero tono di agrumi nella trama.
Le colline più dolci e pianeggianti sono situate in un’ampia area di origine morenica, dai suoli di tipo sabbioso-argilloso.
E poi c’è l’arte, nella rappresentazione del Vero. Tra i più grandi interpreti del paesaggio di questi luoghi ci sono due maestri del Rinascimento italiano; Giovanni Battista Cima da Conegliano (1459-1518) e Giovanni Bellini (1430-1516). Bellini cita i segni distintivi del territorio di Conegliano e Valdobbiadene con maggiore libertà espressiva traducendoli in paesaggi mentali. Cima da Conegliano, invece, ci propone invece un vasto repertorio di immagini con riferimenti del territorio precisi e circostanziati, intesi come paesaggi storici, mosso dal desiderio di rappresentare i luoghi reali in cui era nato. In “Sant’Elena”, per esempio, compare una fattuale descrizione topografica di Conegliano: il colle del Castello in alto a destra, dominato dal palazzo comunale e dalle torri delle carceri e della Guardia; il borgo fortificato e turrito in basso a sinistra, con le mura del Refosso e la Porta del Monticano ben evidenti. E ora tre calici, perché non è solo Prosecco.
Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg Frizzante Col del Moìn, Liessi
Di colore giallo paglierino lucente e striature che virano ai verdi, al naso è fresco nei toni agrumati, lime, limone con accenti di polpa di mela e di pera e un controluce lievemente erbaceo. Al palato è fresco molto fragrante, beverino, dalla presenza acida sostenuta, perfetta dorsale per un frizzante sulla tavola.
Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg Extra Dry, Zucchetto
Sono sottili gli aromi di mela e pera, in un bouquet floreale: acacia, biancospino, magnolia, di persistenza fine ed equilibrata. Al palato, lunga la fase retrogustativa. Lo consigliamo con linguine alle vongole e pomodorini confit.
Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg Brut, Rive di Colbertaldo, Frozza
Dal naso avvolgente e delicatamente floreale, ci porta verso note di frutta croccante a polpa bianca: pera william’s, mela renetta, delicati toni d’agrume e poi una nota vegetale di erba appena tagliata, fragrante e sapida.