Il Tirolo austriaco è una terra di grande suggestione: una natura incontaminata, il respiro dei boschi che punteggiano le colline di un verde acceso, le morbide pianure che degradano verso piccoli paesi, gruppi di case sparse tra i prati. E certi vini bianchi...

Quando parliamo di Prosecco non raccontiamo tutta la storia. E infatti si sbaglia perché dovremmo parlare di Conegliano Valdobbiadene Superiore a indicarne prima di tutto i luoghi e non i vini. Che sono terre molto particolari.

Qui, emisfero australe, è autunno inoltrato mentre da noi è piena primavera: la vendemmia è finita, ormai un mese fa, in questo lembo di suolo argentino. Nella vigna si respira la polvere terrosa che un secco, asciuttissimo vento ha appena alzato. E tutto quello che resta è nella fiamma di un ricordo.

Considerato a lungo come una sottozona del vicino bordolese, il Sud Ovest di Francia offre panorami lunghi e incredibili tramonti in tutte le sfumature del rosso. Come nei vini dei piccoli produttori della zona. Che stanno diventando grandi.

La Corsica è una tra le regioni viticole più antiche e tradizionali del mondo. Deve al clima e alle condizioni del terreno la sua fortuna e il suo fascino. Sembra che oltre seimila anni fa crescesse un’uva selvatica, probabile sostentamento degli antichi abitanti. Che presto diventò vino.

Tutta la magia della Borgogna è nella terra, appena sotto il primo strato abitato dai lombrichi; una faglia calcarea di componenti frammiste. C’è l’argilla in diversi impasti, c’è il ferro che dà colore alle uve, c’è la sabbia, c’è la ghiaia, ci sono i sali a dare linfa alla pianta e ci sono migliaia di gusci di ostrica che un tempo immemore fa, qui dimoravano, qui che era un mare.

Bolzano, la quiete della cantina-convento Muri-Gries, un luogo di profonda suggestione dove il vino sembra assumere un alto valore spirituale. In un prato paludoso questa storia inizia nel 1165. Per mano di un conte.

C’è una solitudine dello spazio, una solitudine del mare, una solitudine della morte, scriveva Emily Dickinson. Furore Fiord’uva Bianco, un nome, un profumo, un ricordo. Tre uve insieme, Fenile, Ginestra, Ripoli. E un vino.

Cupramontana, un luogo a cui ritornare e un punto da cui partire per fare uno dei più profondi, intimi e buoni vini bianchi d’Italia. I vini degli uomini, e non delle aziende, rappresentanole gemme della viticoltura del secolo scorso ma anche di quello appena iniziato. L'esempio di Corrado Dottori.

Il grande vecchio barbuto del Jura ha venduto, ceduto la propria cantina per stanchezza o chissà per quale altro motivo. Ci resta poco tempo per bere le sue bottiglie perché presto finiranno.