Una voce per Radio Venere

L’autostrada deserta ai confini del mondo e il mio mondo è il pianeta Stella Tre.

Un’autostrada infinita nella nebbia,  sfalto e poco altro.

A volte dalla nebbia emergono, affiorano, piramidi di lavatrici in centrifuga avvoltolate da lucette natalizie intermittenti ed in cima alla piraminde staziona un’amorevole casalinga  anni Cinquanta.

Vedette, sentinelle, nella eterna nebbia dei giorni, ne ho dovuta silenziare qualcuna che stava facendo la spia alla polizia.

Io sono preda, animale braccato, la polizia mi sta cercando per mettermi dentro. Sono ricercato dagli sbirri per eccesso di velocità.

Loro dovrebbero essere colleghi, io sono Max Emmental investigatore privato con antenati crucchi, ma non tocco birra, solo soft drinks. Dalla mia macchina ho dovuto neutralizzare un poliziotto sparandogli alle gomme, mi stava tallonando. Sono bastatati due colpi ben sparati ed è passato tutto, io sono ancora in viaggio, ancora nella nebbia dell’autostrada eterna di Stella Tre: questa striscia d’asfalto sembra non finire mai dannazione.

Mi sono messo nell’abitacolo per una voce, no non sento le voci come Giovanna D’Arco, ma la voce, una voce radiofonica di cui mi sono perdutamente innamorato e ho deciso di raggiungere questa voce ovunque sia.

Una voce ti può far fremere o vibrare, a me fa premere l’acceleratore, e fendere coi fanali questa notte ininterrotta perché tanto c’è lei in diretta anche adesso che mi culla e mi protegge nella sera.

Aspettami zucchero che sto per arrivare, non fermare il tuo canto, non fermare le parole sirena.

La sirena in questione ha smontato il piantone e da sentinella nella sera in una garitta in cima a una lavatrice con baionetta-folletto è scesa per trasmettere a Radio Venere.

E’ terribilmente ipnotica come una lavatrice in centrifuga e io sto andando a prenderla dopo mesi di corteggiamento notturno.

Chiamavo Radio Venere di notte, radio in cui faceva la speaker e anche ora la sento parlare.

La sua voce si spande per tutto l’abitacolo, la sua voce colma la mia sete, è sorgente ed io sono rabdomante. Ci dobbiamo solo vedere per completare il nostro sogno d’amore.

Non sarò deluso dal suo viso, lo so, una voce così vibrante deve avere un volto che sarà un portento.

Da Radio Venere ora la sua voce sta urlando non è più suadente: maledetti sbirri la stanno rapendo per farmi desistere e fermare. Io incollo le mani al volante e accellero.

Amore ti sto venendo a salvare!  È sempre notte su Stella Tre, c’è sempre nebbia e piramidi di lavatrici punteggiano il mio dolore, anche Radio Venere tace.

Quand’ecco un posto di blocco. La vedo, sento la sua voce e gli sbirri. Secondo i loro calcoli mi dovrei fermare, in un non lieto fine, un unhappy ending.

Non rispetto l’alt e accellero, mi metto a sparare come un pazzo, pronto allo schianto: lei magistralmete si libera, riesce a saltare in macchina, riusciamo a seminare i piedi piatti e il loro posto di blocco.

Ora ad accellerare è solo il nostro amore.  

 

 

16-01-2019 | 18:53