Una voce per Radio Venere
Un racconto visionario, surreale, carico di desiderio e sublimazione. C'è buio fuori, una voce di sirena ritma la corsa di un'auto. Poi un posto di blocco, gli spari, la fuga. E un amore psichedelico che si compie.
Un racconto visionario, surreale, carico di desiderio e sublimazione. C'è buio fuori, una voce di sirena ritma la corsa di un'auto. Poi un posto di blocco, gli spari, la fuga. E un amore psichedelico che si compie.
Erano gli anni Sessanta e Settanta del secolo scorso, quando il comunitarismo hippie, quello del peace & love e del flower power, incrociò l’LSD. Per uscirne, dopo euforico battesimo e improvvidi abusi, con le ossa rotte. Eccone un racconto.
Che genere di romanzo sia Fratelli d’Italia non è facile a dirsi. Non sopporta alcuna definizione e si presenta come un testo dove ogni cosa si racconta da sé - ma dove esiste un “io narrante” che non parla di sé - e che svia il discorso con calcolata casualità sul vero personaggio chiave.
Nel 1972 “La violenza e il sacro”, testo del filosofo e antropologo francese René Girard, cerca di andare oltre ad un’antropologia post moderna che nega un qualsiasi accesso alla verità. Facendolo ha proposto una teoria del religioso, e dunque della cultura, alternativa. Il sacro non viene rappresentato né come ricerca di senso attorno ai misteri naturali dell’universo, né come inutile superstizione dei primitivi. Bensì come...
"Questi sparano, non fanno lotte coi cuscini!". Se un extragalattico, in grado di leggere e capire varie lingue europee, atterrasse oggi su questo sventurato pianeta e facesse una rapida rassegna di giornali e notiziari tv, si convincerebbe che le nostra società hanno due ordini di nemici: i musulmani, in particolare arabi, e i nostri stessi figli, i nostri alieni.
Quando Napoleone inventò e introdusse in tutta Europa le anagrafi non pensava certo alla salvezza delle anime dal supplizio eterno. I pesanti libroni impolverati negli archivi, infatti, oggi possono anche portare in paradiso coloro che in terra furono lontani da Dio. Sempre per chi ci crede, si intende. E i mormoni ci credono.
"Fra tutte le eresie, la più grande è quella di non credere nelle streghe e con esse nel patto diabolico e nel sabba". Così recita il Malleus Maleficarum (ossia Il martello delle streghe), una sorta di sistematico manuale sulla stregoneria, partorito nel Medioevo da menti ossessionate dal maligno. E soprattutto dalle donne.
Cupramontana, un luogo a cui ritornare e un punto da cui partire per fare uno dei più profondi, intimi e buoni vini bianchi d’Italia. I vini degli uomini, e non delle aziende, rappresentanole gemme della viticoltura del secolo scorso ma anche di quello appena iniziato. L'esempio di Corrado Dottori.
Uno dei primi grandi viaggiatori nella nostra letteratura è stato Gilgameš, la cui Epopea è un testo antichissimo che ha probabilmente più di quattro millenni. Precede l’epica omerica, il Ṛgveda, le Upanishad e i grandi filosofi cinesi. Nella stessa zona in cui vennero ambientate le gesta del grande Gilgameš, della stessa storia millenaria fanno parte le statue e i siti archeologici che sta distruggendo l’Isis. Nimrud distrutta non lascia soltanto una grande rabbia, ma anche una profondissima tristezza, il sentimento tragico che si prova nel vedere una mancanza irreversibile.
Proprio oggi, novant'anni fa (21 febbraio 1925), usciva il primo numero del "New Yorker", la "rivista delle riviste". Le firme che hanno scritto e scrivono su questo weekly mettono i brividi: da Truman Capote a Tennesse Williams, da J.D. Salinger a John Cheever fino a Woody Allen. Novant'anni spesi a dettare il ritmo al pensiero libero. Con le copertine che erano, e sono, vere e proprie opere d'arte. E con quel dandy di nome Eustace Tilley che non le ha mai davvero abbandonate.
Copyright © 2024, I Fiori del Male s.r.l,
- Credits NaftaComunicazioneCodice fiscale e Partita Iva: 12495131000