Un santo, una stanza, degli animali, tanti oggetti. E il silenzio che avvolge tutto. Un'immagine di Albrecht Dürer del 1514. Raccontata dalle parole di Claudio Parmiggiani.
Quando parlo del silenzio non intendo il silenzio della propria voce, un silenzio rinunciatario, complice, passivo, ma attivo e reattivo dentro la forma dell'opera. Parlo del silenzio come di una materia, come un grido. Una presenza e un gesto oggi necessari all'interno di un discorso sull'arte e, anche se potrà sembrare un paradosso, un modo di assumere una posizione. Una reazione e un rifiuto di quel linguaggio inaccettabile che fa del clamore demagogico, della spettacolarità, del gratuito e della superficialità il principale obiettivo.