Ecco cos'era Rimini per Tondelli

Grazie a Bompiani andiamo con la memoria agli anni d’oro ricordando un libro che fece scandalo, Rimini di Pier Vittorio Tondelli,  ristampato a trent’ anni dalla prima edizione.

“Voglio che Rimini sia come Hollywood, come Nashville, un luogo del mio immaginario, dove i sogni si buttano a mare, la gente si uccide con le pasticche, ama, trionfa o crepa. Voglio una palude bollente di anime che vanno in vacanza solo per  schiattare e si stravolgono al sole e in questa palude i miei eroi che vogliono emergere, vogliono essere qualcuno, vogliono il successo, la ricchezza, la notorietà, la fama, la gloria, il potere, il sesso. È Rimini è l’Italia del ‘sei dentro o sei fuori’ …” . Se c' è uno scrittore che ha segnato un' epoca e che è diventato un classico è proprio Tondelli. Ha scritto Padre Antonio Spadaro, gesuita, scrittore e teologo italiano direttore della rivista La Civiltà Cattolica: "La sua opera è già stata inserita tra i classici della letteratura. Anche a prescindere dall'interrogativo sul senso della sua classicità, la narrativa tondelliana appare di robusto spessore, intensamente legata com'è ai nuclei vitali di una vita aperta in maniera complessa alla trascendenza. E tale apertura si realizza in pieno postmoderno italiano: gli anni Ottanta. Solcare i sentieri di quest'esperienza letteraria significa addentrarsi in una vicenda tenera e drammatica. Siamo di fronte a una letteratura che non prende congedo dalla biografia del suo autore: scrivere significa per Tondelli volgere lo sguardo sul mondo per cercare di comprendere in profondità il reale, ora con disincanto, ora con passione, ora con ironia. Così egli abbraccia un'idea forte della letteratura intesa come un “vegliare la vita del mondo e raccontarla”.

E allora in Rimini la fauna, in questo paese delle meraviglie, cosa fa? Si mischia come in una Nashville patriottica e poliglotta, si interseca, si ricicla, si bagna, si asciuga, si dissolve, si droga, si eccita, prova variazioni alla 'somma idraulica', si pigia in un caleidoscopio plot che nessun romanziere, o cinematografaro, ha ancora osato minimamente immaginare. E invece questa Italia un po’ sbracata, che culla il sogno di una propria efficienza quantomeno import-export; questa fauna profondamente artificiale che, nell'orgia ferragostana, insegue le mille vibrazioni del coitus mediterraneus; questi ragazzi che limonano e spinellano e si stravolgono di notte e giorno, costituiscono la più ardente, improvvisata e autogestita carnevalata rabelaisiana cui sia possibile partecipare in patria. Per questo, ogni anno si torna a Rimini: perché questo è l'unico luogo in cui è ancora possibile vivere e innestarsi nel continuum del romanzo nazionalpopolare. Per cui voi che siete a Rimini, ora,  o siete  stati in vacanza in questa estate mandate una cartolina e raccontate. “Siete già, o fortunati, in pieno romanzo. La massa si cuoce e rosola, gli eroi sparano a Dio le loro cartucce". Ecco cosa è cambiato? E chi scrive è un ex-ragazzo, cattolico, cresciuto in Azione Cattolica e in oratorio. Rimini è tra i libri più venduti dell'estate e diventa soprattutto un fenomeno di costume. La Rai democristiana fa una figura barbina, prima annuncia poi cancella un'apparizione di Pier Vittorio Tondelli a Domenica In allora condotta da Pippo Baudo, nonostante i lettori di TV Sorrisi e Canzoni (pubblico popolare) l'avesse votato come libro dell'anno, come racconta Fulvio Panzeri il critico che Tondelli ha scelto come curatore della sua opera omnia (pubblicata da Bompiani in 2 volumi). Tondelli così commentò : "Nonostante uno degli autori della trasmissione avesse accettato, dopo la solita trattativa, di ammettere il romanzo alla presenza del faraone (Pippo Baudo), nonostante il capostruttura della rete, avesse per tre volte ribadito la presentazione in base agli intrinseci valori del romanzo, all' ultimo momento pare sia intervenuto il direttore della Rete, o chi per lui, per bloccare la presentazione. Motivo ufficiale: come non presentiamo film vietati ai minori, così facciamo con i romanzi. Più probabilmente, si dice, la storia della misteriosa morte del senatore cattolico (la parola democristiano non viene mai fatta nel libro) e alcune sequenze erotiche hanno turbato i dirigenti televisivi così come nell'80 Altri Libertini turbò l'allora magistrato dell'Aquila Bartolomei, fino a spingerlo al sequestro".

Rimini non è solo un romanzo, ma un luogo che identifica gli anni Ottanta, mettendo in scena la riviera romagnola come se fosse lo specchio su cui si riflettono i sogni e i desideri dell'Italia dell'effimero e della leggerezza. Tondelli attraverso il romanzo compie un'operazione che lo porta a tentare la strada della narrazione "tout-court" proprio per essere in linea con il carattere che ritrova nella forte simbologia del luogo: una Rimini che è una città-giocattolo, un grande luna park estivo, vissuta dentro gli eccessi e in quella dimensione dell'immaginario collettivo che la trasforma radicalmente per tutta una stagione, destrutturandone l'identità e amplificando quei caratteri della finzione ad uso del turismo di massa. Ai maestri a cui guardare, come Celati, Isherwood, Kerouac, Chandler, John Fante, aggiunge Piero Chiara, il formidabile, fortunato raccontatore di storie della Lombardia lacustre.

Infine viene riletta come una "Rimini Compilation" la colonna sonora suggerita da Tondelli, curiosissima se riascoltata oggi, con quel sound degli anni Ottanta tra new wave, elettronica, pop sofisticato che rappresentava l'alternativa internazionale all'Estate al mare di Giuni Russo, ai ballabili dei Righeira e ai fotoromanza di Gianna Nannini. E Lu Colombo, che aveva appena vinto il premio Saint-Vincent, intonava la sua dolce nostalgica Rimini su testo di Denis Gaita.

 

 

28-08-2015 | 16:24