Quando parlo del silenzio non intendo il silenzio della propria voce, un silenzio rinunciatario, complice, passivo, ma attivo e reattivo dentro la forma dell'opera. Parlo del silenzio come di una materia, come un grido. Una presenza e un gesto oggi necessari all'interno di un discorso sull'arte e, anche se potrà sembrare un paradosso, un modo di assumere una posizione. Una reazione e un rifiuto di quel linguaggio inaccettabile che fa del clamore demagogico, della spettacolarità, del gratuito e della superficialità il principale obiettivo.
Le sculture di cenere hanno origine dal silenzio, dall'ombra, dai falò dell'estate, dai vapori mattutini, dalle nuvolette di vaniglia soffiata in aria,dall'impronta del sole impressa nella retina, dalle sagome nere delle barche nelle brune del fiume, dai giochi d'infanzia.
L'incontro tra Gioacchino e Anna davanti alla porta aurea di Gerusalemme. Giotto la dipinge alla cappella degli Scrovegni di Padova. E con questo atto sancisce l'inizio dell'arte moderna.