Il James Bond cinematografico è molto diverso dall’agente segreto dei romanzi di Ian Fleming dal quale è stato tratto. Se il bond letterario è un agente segreto cupo e tormentato, quello cinematografico apparso nelle sale per la prima volta nel 1962 è stato subito caratterizzato da canoni ben precisi: amare le donne, i Vodka-Martini shakerati non mescolati e la bella vita.

Questa meraviglia vintage si può a buon diritto considerare il primo film di successo sui supereroi, che apre la strada ai tanti che verranno dopo. Ma nessuno, inclusi i sequels dello stesso, avrà mai più l'allure ingenuamente strepitosa di questo. Superfluo raccontarne la trama di Superman, arcinota, utile invece zoomare sul perché debba diventare un neoclassico, soprattutto sugli scaffali degli bambini.

Lui, così diverso, così divertente, quando parlava col suo misterioso pianeta mi faceva da ninna nanna e mi prometteva che qualcosa di magico e misterioso puoi trovarlo sempre, anche dietro una vecchia televisione a manovella. E allora dormivo meglio.E chissà quanti bambini a naso in su come me ansiosi di scommettere che, prima o poi, la magia si sarebbe manifestata nelle nostre vite.

"Paradise now" è un film che racconta da un punto di vista diverso, non politico, il conflitto israelo-palestinese. Qui non c'è giusto o sbagliato, verità o menzogna: qui ci sono due ragazzi, due amici, che spinti alle estreme conseguenze decidono di fare scelte diverse. E una pagina bianca che ciascuno di noi potrà riempire.

Di recente ho riguardato tre film indimenticabili di Federico Fellini: Vitelloni, Dolce vita, Amarcord. In questi tre film, e in molti altri, Fellini ha colto e rappresentato le radici antropologiche del fascismo e delle sue conseguenze nel carattere – se per un attimo mi si permette questa grossolana abbreviazione – del Paese nostro. Un’eterna irresponsabilità adolescenziale. Che, invece, Michelangelo Antonioni...

"Un disastro, ma bellissimo". Per parlare di "Zorba il greco", capolavoro di Michael Cacoyannis del 1964, basterebbe citare questa frase e poi attaccare a ballare il sirtaki in una qualche isola, la più deserta possibile. Un film opera d'arte, un Pollock, un Picasso, un Dalì. Che vi farà ballare tutta sera.

Siamo nel 1964 in una chiesa cattolica del Bronx. Da una parte c'è Meryl Streep, una suora severissima che dirige il settore scolastico. Dall'altra Philip Seymour Hoffman, un prete insegnante al passo coi tempi. In mezzo a loro un atroce dubbio: un presunto abuso subìto da un ragazzo di colore.

Godzilla “nasce” nel 1954 in concomitanza con il Giappone moderno, figlio delle bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki. Non per nulla Godzilla originariamente è un dinosauro di una specie sopravvissuta all'estinzione, che viene investito dalla radiazioni di un test atomico che non solo non lo uccidono, ma lo fanno crescere a dismisura rendendolo fortissimo. Dal film del 1954 a quello di quest'anno, ecco perché questo mostro fa ancora paura.

Marilyn Monroe oggi avrebbe compiuto 88 anni. Nel giorno del suo compleanno Luca Fontana la ricorda attraverso una lunga intervista che Billy Wilder concesse a Volker Schlöndorf. E dove ne esce un ritratto di tenera delicatezza. Come era lei: così fragile e bianca, così rosa e platino.

Protagonisti di Vodka Lemon di Hiner Saleem sono Hamo e Nina. Incontratisi sulle tombe dei rispettivi coniugi vengono folgorati da un sentimento candido e trascinante, come fossero due ragazzini. Nonostante i drammi e le miserie che entrambi devono fronteggiare, si innamorano in questa Armenia post comunista dove la neve sembra l'unica cosa certa dall'oggi al domani. Insieme alla povertà.