Ecco come servire un dessert last minute
Arrivano ospiti all'improvviso. Cosa servire come dessert? Un bel minestrone di frutta. Con la mano del maestro Ettore Bocchia tutto diventa possibile.
Arrivano ospiti all'improvviso. Cosa servire come dessert? Un bel minestrone di frutta. Con la mano del maestro Ettore Bocchia tutto diventa possibile.
Per l'estate riproponiamo la rubrica di Gianrico Carofiglio su come non diventare scrittori. Ossia cosa non si deve fare se si vogliono seguire le orme di Hemingway. Prima puntata.
Nelle prime settimane del suo soggiorno presso il sanatorio Berghof di Davos, poi tramutatosi in degenza settennale, Hans Castorp, il ventitreenne protagonista de "La montagna magica" di Thomas Mann, compì un gesto bellissimo. Questo...
Non solo i Rolling Stones fanno un tour alla soglia degli ottanta anni. C’è un altro musicista enorme – che, tra l’altro, gli ottanta li ha già compiuti da quattro anni – che è in tour con la stessa forza e lo stesso stile di quando era più giovane: si chiama Paolo Conte.
Eduard Limonov, una delle figure più controverse, enigmatiche e al contempo magnetiche della seconda metà del Novecento: poeta, scrittore, politico, dissidente, fondatore dell’irregolare Partito Nazional Bolscevico russo, diventato famosissimo in occidente grazie alla biografia romanzata che gli ha dedicato Emmanuel Carrère nel 2011.
Nelle numerose pagine di Vita e destino, opera somma del Novecento mondiale, Vasilij Grossman rappresenta nitidamente, come se fosse una montagna maestosa che arriva a toccare il cielo, la predisposizione umana al dolore. Senza sentimentalismi o svenevolezze retoriche, lo scrittore sovietico mette al centro della sua ramificatissima narrazione l’essere umano alle prese con la catastrofe.
Già leggendo o ascoltando il suono del suo nome si può essere attratti dal fascino di Wittgenstein. La sua vita irregolare, l’intelligenza e le scelte imprevedibili, sono soltanto le basi di quello che in qualche modo è divenuto un mito. Filosofo, logico, matematico, soldato, progettista, giardiniere, maestro elementare e professore universitario...
Ormai da tempo dai Reality Show emergono problematiche esistenziali che fanno accapponare la pelle. Ormai da quel tempo la Ragione è agitata da dubbi che minano alla base la sua stessa stabilità. Il perimetro dei dilemmi coinvolti è definito da tre grandi categorie dell’Esserci, la cui dialettica è angosciante: l’Essere Se Stessi, il Percorso e Il Mettersi In Gioco
Ottant’anni fa, a distanza di qualche mese e di migliaia di chilometri, Virginia Woolf e Marina Cvetaeva soddisfecero una medesima volontà di autoannullamento. Non potendo più continuare ad essere se stesse, dovettero non esserlo più. Ma cosa divennero dopo, nulla? Tutto cessò? O una volta varcata l’ultima soglia, qualcosa di loro, una scintilla, chissà dove, rimase?
Alla luce di alcuni musei contemporanei particolarmente innovativi – musei d’arte, ma anche di storia o di culture o di scienze – ci sono anche quelli dedicati alla letteratura. Perché “Nei musei fatti con passione e ben organizzati, a confortarci non è la vista degli oggetti che amiamo, ma questa eternità di cui facciamo esperienza visitandoli”.
La vita di Luca Attanasio in una foto. Un selfie che nulla ha a che fare con un selfie. Un sorriso che raccoglie tutto ciò che lo circonda. E quelle bellezza che rende la vita degna di essere vissuta.
Dalle gare di George W. Bush agli elenchi di Barack Obama fino alle zero letture di Donald Trump. Il 2020 è invece l'anno dell'elezione di Joe Biden, già conosciuto in quanto uomo di lettere, abituato a infarcire i suoi interventi di citazioni colte e sofisticate. Ecco cosa succede quando la buona letteratura entra alla Casa Bianca.
Nel racconto di Robert Louis Stevenson, intitolato Will del mulino, si narra la vicenda di un uomo (Will) che rimase per tutta la vita, volontariamente, nel luogo in cui era cresciuto, un mulino isolato tra le montagne, sebbene nel corso della sua fanciullezza avesse quotidianamente sognato di allontanarsene. Poi un bel giorno «si coprì il volto con le mani e scoppiò in un violento accesso di pianto». Perché?
Queste le parole che proferì Ildebrando Pizzetti, uno dei maggiori compositori nel panorama europeo novecentesco, quando nell'ottobre del 1900, da studente, andò a Sant'Agata con il Conservatorio e si trovò di fronte Giuseppe Verdi. E poi ne scrisse: "Io non so dire cosa abbia sentito in quel momento; mi è parso di dover piangere, di dover gridare con tutte le mie forze un inno di ammirazione". Gustavo Marchesi ci racconta chi era Pizzetti.
In Henry De Montherlant convivevano la paradossale compiacenza della decadenza intesa come nostalgia del mito, sulfuree licenziosità antimoderne, alterigia classicista e olimpico distacco, sprezzo per la dozzinale novità e per il liturgico chiacchiericcio sul nulla, per l’argomento del giorno sulla bocca di tutti, l’irrilevante moda del momento. Ecco chi era.
“Mio caro Maestro, mio grande amico, venga a Fiume d'Italia, se può. È qui oggi la più risonante aria del mondo. L'anima del popolo è sinfoniale come la Sua Orchestra”. Gabriele D'Annunzio, con queste parole, invitò Arturo Toscanini a Fiume, per un concerto. E il Maestro decise di andare. Il nuovo racconto storico di Gustavo Marchesi.
«Quelle notti erano notti estive, e il suo amore per l’estate fu forse il sentimento più forte della sua vita». Si tratta di un verso breve che Pier Paolo Pasolini, riferendosi a sé defunto, scrisse nel 1968. A significare il suo amore per l’estate. Quella che termina oggi.
Era capace di una cosa di cui pochi sono capaci, rendere facili le cose difficili. Ti portava a spasso nella Storia dell’arte come fosse un gioco (perché in fondo lo è) ma insieme una cosa serissima (perché la è). Era dotato – cosa rarissima – di intelligenza dinamica, ossia quella che trova nuovi legami tra le cose. Se ne è andato troppo presto, ma sopravviverà nei suoi libri. E nel suo viaggio in Italia con Goethe qui, sui Fiori del Male.
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